Travolto dalla valanga, gli amici lo salvano

Il giovane sciava fuoripista con una decina di compagni. Il nivologo Beozzo: «Attenti ai rischi dopo le nevicate»



PASSO DEL TONALE. L’elicottero era già in volo verso passo del Tonale, poco dopo le 13.30, quando il capo del Soccorso alpino Adriano Alimonta - che coordinava l’intervento - è stato raggiunto da una seconda chiamata: lo sciatore rimasto sotto la valanga era stato estratto vivo e in buone condizioni. «Il ragazzo era sepolto - spiega Alimonta - ma lo hanno tirato fuori da soli. Erano una decina, impegnati su un fuoripista a lato della nera Paradiso. Sono stati molto bravi. Cessato l’allarme, l’elisoccorso è stato fatto tornare alla base. La procedura in caso di valanghe è stata seguita correttamente: per prima cosa si chiama il soccorso».

L’ultimo bollettino neve/valanghe di Meteotrentino, emesso lunedì, invitava a fare attenzione proprio ai fuoripista: il pericolo valanghe oscillava dal grado 2 (moderato) al 3 (marcato), dopo la caduta di 15- 30 centimetri di neve fresca andata ad aggiungersi al manto preesistente. «Quando ci sono delle nevicate il rischio tende ad aumentare perché il manto si deve assestare», spiega il nivologo Walter Beozzo. «La neve fresca, che si aspettava con ansia, invita tutti ad andare in montagna, ma ha dei pericoli insiti. Se una persona non conosce il territorio o la situazione precedente, può correre dei rischi». Nel bollettino - prosegue l’esperto - «avevo evidenziato che bisognava stare attenti al freeride proprio per problemi localizzati: ci sono - soprattutto in quota, oltre i 2200-2500 dove esisteva un manto nevoso precedente – delle situazioni particolari nascoste (neve a chiazze, con strati fragili oppure vecchi accumuli da vento) che non si riescono a vedere sotto questa nevicata che è stata anche abbastanza omogenea. Quando si ha la sfortuna di capitare su questi punti pericolosi, possono esserci slavine». Nella maggior parte dei casi, si assiste a quelli che vengono definiti “scaricamenti”: «Sulle rocce si vedono delle piccole valanghe a pera dove si staccano piccole cornici accumulate dal vento, oppure c'è della neve fresca in più che, nei tre giorni successivi a una nevicata, perde la sua coesione e tende a scaricare assestandosi. Questi scaricamenti possono andare a insistere su strati deboli o situazioni particolari e procurare valanghe più ampie: il fenomeno viene chiamato metamorfismo distruttivo». Oggi sarà emesso un nuovo bollettino: «Le condizioni dovrebbero tendere a migliorare», dice Beozzo. «Io ho fatto un sopralluogo nella parte orientale della provincia, sul Col Margherita al Passo Valles, e non la vedo così problematica, tranne forse in alcune zone in quota verso il Veneto. Bisogna comunque stare attenti, perché la possibilità di valanghe c'è sempre, anche quando il pericolo è 1: solitamente non comporta vittime ma può causare degli incidenti».(l.m.)













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