la tragedia

Travolto da un castello costruito con le bugie

Sorrentino nel giro di pochi anni ha perso 1,2 milioni di euro in borsa Ma alla moglie e ai parenti diceva: «Ho guadagnato 15 milioni di dollari»


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Un castello di bugie crollato d’un botto, un mondo di fumo dissipato dal gelido vento della dura realtà. Quella che le indagini della squadra mobile di Trento e del pubblico ministero Pasquale Profiti stanno delineando è la storia di una bolla. Una bolla finanziaria è esplosa travolgendo Gabriele Sorrentino, il papà assassino, e i suoi due figli Alberto, 4 anni, e Marco, 2 anni e mezzo appena. Ma non è stata un’esplosione improvvisa, almeno per Gabriele. Lui aveva capito da tempo, da anni, che le cose si stavano mettendo male e ha cercato in tutti i modi di coprire le falle che si continuavano ad aprire in una tela che raffigurava una famiglia felice e benestante. Alla fine, è rimasto travolto da un buco di almeno un milione e 200 mila euro, più o meno la somma che lunedì mattina avrebbe dovuto versare davanti al notaio per l’attico su due piani al numero 17 di via della Costituzione, alle Albere.

Un buco da 1,2 milioni. Tutto ha inizio a metà degli anni 2000. Sorrentino è ancora pilota di elicotteri dei carabinieri a Laives, ma inizia a giocare in borsa. Si affida a una nota banca specializzata anche nel trading online. E ci azzecca. Combina buoni affari, tanto che ci prende gusto. La notizia si diffonde e nel 2008 inizia a investire non solo i soldi suoi, ma anche quelli di amici e parenti. Per qualche anno va tutto bene, ma poi arriva la crisi economica mondiale e la bolla finanziaria si sgonfia. Lui, nel frattempo, si è congedato dall’Arma dei carabinieri. Sembra che lo abbia fatto proprio perché convinto di far fare la bella vita alla sua famiglia investendo in borsa da casa. Gabriele inizia a essere nervoso. Rischia anche più del dovuto per cercare di raccogliere capitali. Agli amici che si fidano di lui promette una rendita del 3% netto all’anno. Ragionevole, tutto sommato. Alla fine, siamo già al 2015, ha un piccolo gruzzoletto da investire, circa un milione e 200 mila euro costituito dal soldi derivanti dalla vendita della casa in cui abitava a Mezzocorona con la famiglia, 490 mila euro, dai risparmi del padre e dei suoceri, circa 300 mila euro, e dai soldi raccolti da una ventina di investitori. Soldi che, però, adesso non ci sono più. Svaniti in operazioni di trading online sempre più spericolate. La Procura e la mobile stanno acquisendo la documentazione dalla banca per verificare esattamente queste operazioni e quanta parte del capitale sia andato in fumo. Quello che si sa con esattezza è che Sorrentino non aveva più un euro da mesi.

L’attico alle Albere. Da mesi non pagava più il canone a riscatto della casa in cui abitava con la famiglia. Aveva accumulato un debito di 36 mila euro. Ma il termine dei due anni per il rent to buy, il contratto a riscatto per l’acquisto della casa, si stava avvicinando. Sorrentino doveva acquistare la casa e pagare quasi un milione e 160 mila euro. L’appuntamento dal notaio era fissato per lunedì a mezzogiorno. Per questo la moglie è tornata a casa dal lavoro prima, ma ha trovato solo l’orrore con Alberto e Marco morti sul soggiorno di casa.

Sfratto. La moglie era ignara fino all’ultimo delle difficoltà finanziarie del marito. Pensava che il capitale accumulato fosse sufficiente a comprare casa. L’impressione degli inquirenti è che Sorrentino negli ultimi anni abbia usato i 400 mila euro avuti dagli amici per tappare i buchi. Ma ormai la sua costruzione perfetta si stava sgretolando, come fosse di cartapesta. Non pagava più neanche le bollette del telefono o dei rifiuti. Poi ha smesso di pagare il canone per l’appartamento. La moglie si è resa conto che qualcosa non andava, ma lui l’ha tranquillizzata spiegando che si trattava di una crisi temporanea di liquidità, che avrebbe risolto tutto in poco tempo. Anche quando, nelle ultime settimane, è arrivato l’avviso di sfratto, ha sfoderato una delle sue tante bugie. All’inizio ha cercato di sviare la questione dicendo che la casa aveva problemi e che era giusto non pagare.

Guadagni fantasma. Ma alla moglie non bastava. Così le ha mostrato una videata del computer dicendole che aveva guadagnato 15 milioni di dollari con gli ultimi affari in borsa. La moglie ci ha creduto. Ma quella non era che l’ultima di una serie di menzogne. La più grossa. Ma per tenere tranquilla la donna, Sorrentino usava anche piccoli sotterfugi. In casa è stato trovato un depliant di un Suv Bmw da 80 mila euro. Sorrentino aveva detto alla moglie che si era stufato della loro Volvo XC90 quasi nuova e che la voleva comprare con un’auto ancora più costosa. Un’altra bugia per dissimulare uno stato economico disastroso, tanto che disastroso che Sorrentino negli ultimi giorni si è anche fatto prestare i soldi per fare il pieno alla macchina. Ma le bugie sono servite solo a guadagnare qualche settimana, però. E forse a rendere più devastante l’esplosione. Infatti quei soldi era solo sullo schermo di un computer. E Gabriele Sorrentino lo sapeva. La moglie no, però. Tanto che anche dopo la scoperta dei figli morti, era incredula quando ha scoperto che tutti i soldi erano svaniti. Come era incredulo il papà di Gabriele, Alberto Sorrentino, che abita anche lui alle Albere. L’ex carabiniere aveva portato a vivere nel quartiere dei vip sia i suoceri che il padre. Pensava di assicurare a tutta la famiglia un benessere duraturo, invece li ha trascinati nel dolore. Quel dolore che si leggeva negli occhi pieni di lacrime di Alberto, seduto su una panchina, ieri nel parco delle Albere, verso il costone roccioso di Sardagna da dove è saltato suo figlio.













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