Traffico illecito di rifiuti indagati anche tre funzionari provinciali 

Le indagini. Perquisiti gli uffici del servizio Sava per acquisire le pratiche che hanno dato il via libera all’attività dello stabilimento Aquaspace di Rovereto (ma non solo) Nel caso dell’azienda l’inchiesta è chiusa con un indagato, accertamenti sugli uffici pubblici


Andrea Selva


Trento. Le notizie sono due: la procura della repubblica ha chiuso l’inchiesta per presunto traffico illecito di rifiuti allo stabilmento aquaspace di roveretro, ma ha anche iscritto sul registro degli indagati (con la stessa accusa) tre dipendenti della provincia autonoma di trento che - per conto del servizio autorizzazioni e valutazioni ambientali - avevano seguito le pratiche relative all’attività dello stabilimento nel campo della depurazione.

Le perquisizioni

La notizia del secondo filone d’inchiesta, che ora vede indagati i tre dipendenti provinciali, è stata diffusa ieri mattina ufficialmente dal procuratore della Repubblica, Sandro Raimondi assieme al comandante del Noe, Renato Ianniello e alla comandante della sezione di polizia giudiziaria presso il tribunale, Cristina Benocci. Il giorno precedente gli investigatori di polizia e carabinieri si erano recati presso gli uffici provinciali di via Mantova (dove ha sede il servizio) e presso le abitazioni dei tre indagati per una serie di perquisizioni. L’obiettivo era di raccogliere documentazione sulle pratiche ambientali che saranno oggetto di verifiche nelle prossime settimane. Gli investigatori hanno anche copiato i supporti informatici in uso ai funzionari pubblici.

L’ipotesi della procura

Se presso lo stabilimento di Rovereto sono state violate le norme - è il ragionamento - questo è avvenuto con una certa inerzia (o addirittura omissioni) da parte dei funzionari provinciali. Tutto questo all’interno di uno scenario conflittuale anche all’interno dell’amministrazione provinciale: da una parte gli uffici provinciali dell’Appa (che avevano ordinato il sequestro dello stabilimento in seguito a verifiche), dall’altra il servizio Sava (che aveva seguito le pratiche per l’Aia, c ioè l’autorizzazione integrata ambientale. Le carte erano in regola? Su questo stanno lavorando gli investigatori, in particolare sulla presenza (e sulla regolarità) del progetto esecutivo che sta alla base dell’autorizzazione. Ma oggetto dell’indagine non è solo la vicenda Aquaspace, ma anche altre situazioni (tra cui la discarica Adige Bitumi di Mezzocorona) di cui riferiamo a parte.

Le tappe

Le pratiche risalgono al settembre del 2016, mentre il sequestro dello stabilimento di Rovereto è avvenuto nel febbraio del 2018. E a marzo 2018 l’imprenditore Giulio Bonazzi (a cui fa capo l’azienda oggetto dell’inchiesta) si era dimesso dalla presidenza di Confindustria per seguire la vicenda personale in piena libertà. Bonazzi in quell’occasione aveva detto che era una vicenda in cui c’erano in ballo “procedure e norme e non la salute pubblica”. E poi aveva aggiunto: «Da una parte c’è la Provincia che dice di chiudere lo stabilimento, dall’altra ho la Provincia che ci ha autorizzato. Che devo fare?». In questo conflitto ora la Procura della Repubblica ha iscritto sul registro degli indagati i funzionari che si erano occupati delle autorizzazioni.

Gli indagati

Per quanto riguarda l’azienda l’indagato è Tiziano Battistini, 49 anni, legale rappresentante di Aquaspace e delegato per gli aspetti ambientali. Sul fronte della Provincia invece le indagini sono tutte interne al servizio Sava e riguardano il dirigente Giancarlo Anderle, il direttore dell’ufficio autorizzazioni ambientali Stefano Berlanda e il tecnico che aveva seguito la pratica, Michele Tarolli. Mentre per Battistini l’indagine è chiusa (ma dovrà ovviamente essere valutata da un giudice), nei confronti dei tre funzionari pubblici gli investigatori sono ancora nella fase preliminare: solo dopo l’esame della documentazione sequestrata l’altro giorno sarà possibile comprendere il loro ruolo (ed eventuali responsabilità) nella vicenda. Gli investigatori comunque si muovono sulla base dell’ipotesi che l’attività di trattamento delle acque portata avanti all’Aquaspace (illecita secondo la procura) non sia stata impedita dai funzionari provinciali che nei prossimi giorni - con i loro avvocati difensori - avranno la possibilità di fornire la loro versione dei fatti.













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