La storia comincia a metà dell’800, passa per l’ex sindaco di Trento Giorgio e per la Bocconi fino ad arrivare alla radio

Tononi, famiglia che fa rima con «cervelloni»

Politici, filosofi, banchieri. Ma tutto è partito da una falegnameria di via Travai


Giorgio Dal Bosco


 TRENTO. Quale lavoro facesse nel 1800 Giovanni Tononi non è dato saperlo. Si sa che è morto a 35 anni lasciando tre figli: un suo omonimo Giovanni (come usava a quei tempi) (1899- 1960), Albino e Giuseppina. Giovanni, bocia in una falegnameria di via Travai, era bravo e talmente intraprendente da diventarne proprietario unico con numerosi dipendenti e a eseguire mobili per clienti di gran lombi.  Ha combattuto come tanti la sua "brava" guerra, si è sposato con Maria Demattè, ragazza di Cognola andando ad abitare in via Cervara, in quella bellissima casa bianca radicata sulla roccia e che domina il Buonconsiglio. Lì sono nati Lidia (1927), Armando (1929) e Giorgio (1932). E' il 1943 quando Giorgio, undicenne, si angoscia davanti ai medici che si affannano a lungo e inutilmente al capezzale della mamma, di cui era innamoratissimo, che muore di polmonite. Il ragazzino, però, ha una "fortuna". Frequenta con passione l'oratorio di San Pietro, fucina di spiriti cattolici molti dei quali hanno fatto la storia di Trento. Il suo assistente, neanche fosse un presagio, è Albino Andreatta, morto recentemente, il padre dell'attuale sindaco. E infatti, Giorgio dopo il Prati e Giurisprudenza a Bologna, è segretario particolare del sindaco Nilo Piccoli con cui si è formato come "uomo che fa politica" e non come "politico" quale non è mai stato. Sarà nominato poi progressivamente direttore dell'Azienda di Turismo, sindaco di Trento e assessore provinciale in due legislature. Senza esito, invece, la sua candidatura al Senato. Ma la sua vera fortuna è stata sposare (1959) Marisa Ciola che in dieci anni gli darà tre figli "cervelloni" e che saprà supplire al meglio nella loro educazione quando il padre, per impegni istituzionali, è fisicamente assente. Nel 1960 nasce Giulio che fin da bambino dà segni di interesse per il pensiero umano con ragionamenti filosofici inusuali per un ragazzo. Dopo il Prati (l'insegnante di filosofia: "Giulio potrebbe andare direttamente all'Università") va a Pisa, si laurea in Medicina, si specializza in Psichiatria, conosce una studentessa ferrarese, la sua compagna della vita, con cui si trasferisce negli Usa divenendo prima docente all'università del Wisconsin e poi pilota di ricercatori della Neuroscienza. Attualmente è uno dei massimi studiosi del sonno e della coscienza. E' uno strano psichiatra perché è sempre allegro, gioviale, ride e scherza volentieri. Non ha figli. Suo fratello Massimo (1964) è invece molto "prosaico". Lui ha la passione soltanto per le cifre e i bilanci delle aziende (altrui). Dopo la Bocconi, nel 1989 viene catturato dalla Goldman Sachs Bank di Londra. Se ne stacca un paio di volte, arriva a Roma dove, conosciuto Romano Prodi (e la futura moglie Antonella che gli darà Sofia e Sara), ne diventa consulente all'Iri e sottosegretario al Tesoro. Oggi Massimo, abbandonata la Goldman Sachs, è un consulente finanziario ed è in predicato per compiere un ulteriore passo professionale da gigante. Vive con la famiglia a Londra. Marcello è un altro bocconiano e l'unico che, vivendo a Trento, è fisicamente vicino ai suoi genitori che abitano sempre nella medesima villetta bifamiliare in Bolghera, la casa di quando si sono sposati. Marcello ha sposato la rivana Romilda con cui ha avuto Eleonora e Valentina. E' un "quadro" della Banca di Trento e Bolzano. La zia di Giorgio Tononi, Giuseppina, fin da giovane si era trasferita a Bolzano dove si è sposata e con la figlia Lidia è diventata nonna di Daniela, medico. A dare continuità al cognome Tononi ci sta pensando Corrado, direttore di Radio Dolomiti con il figlio Francesco, fratello di Alessandra. Corrado è figlio di Armando, ex dirigente della Nettezza Urbana di Trento il quale ha avuto anche un altro figlio, il dentista Gianni, scomparso improvvisamente l'anno scorso sconvolgendo Trento e lasciando anche un vuoto nel mondo del volontariato.













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