Tonini: «Pd, evitiamo il commissario»

Inviato a Guerini il verbale dell’assemblea. Il senatore: «Discussione surreale, c’è chi gioca ai ragazzi della via Pal»


di Chiara Bert


TRENTO. «È una discussione surreale. In un momento come questo c’è una sproporzione drammatica tra le questioni in gioco, per il governo e per l’autonomia, e questo piccolo gioco da ragazzi della via Pal». Il senatore Giorgio Tonini non sembra avere particolare voglia di essere nominato commissario di un Pd trentino che ormai da tempo ha superato la guerra tra bande per approdare ad uno stato di caos totale. «Io ho cercato di evitare in tutti i modi che si arrivasse a questo - assicura Tonini - dobbiamo fare di tutto per evitare il commissariamento. Magari con l’aiuto del partito nazionale che manda qualcuno a proporre una soluzione, una sorta di arbitrato, si riescono a riannodare i fili e si può fare un ultimo tentativo di trovare un accordo in assemblea. Lasciamo a Guerini qualche giorno».

Ieri Paola Dorigotti, che in quanto consigliera anziana è la presidente facente funzioni di un partito che ha azzerato tutte le sue cariche (resta solo il tesoriere), ha inviato a Roma, al vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, il verbale sintetico dell’assemblea di lunedì con l’esito della votazione in cui Sergio Barbacovi, candidato a segretario-traghettatore, è stato silurato nel voto segreto (37 sì, 7 schede bianche, 5 nulle). «Teoricamente ci sono ancora 15 giorni di tempo per trovare un accordo in assemblea - ricorda Dorigotti - proverò a sentire le parti, ma la situazione dei rapporti interni mi pare ulteriormente deteriorata e vedo difficile ricomporre una frattura di cui non sono state esplicitate le ragioni politiche». «È sgradevole che non ci sia stata una battaglia aperta, i richiami a indicare i tempi del congresso non sembravano una richiesta così dirimente visto che c’era già un deliberato dell’assemblea che diceva entro fine anno».

Più duro Tonini: «Ho letto dichiarazioni surreali di chi (il capogruppo provinciale Alessio Manica, ndr) ha detto che non c’erano garanzie sulla data del congresso. Ma di cosa discutiamo? Se si elegge un segretario gli si darà qualche mese per parlare con tutti e poi preparare un congresso! Siamo senza circoli, senza tesseramento, e qualcuno voleva cominciare a discutere di chi fa il capo? Direi che prima bisogna ricucire un po’ il clima interno. Vediamo se con un aiuto del partito nazionale c’è ancora margine per trovare una soluzione a Trento. Prima che ci appiccichino questo bollo del commissariamento sulla schiena, io dico che dobbiamo proviamole tutte».

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