Fiavé

Tentato omicidio, il papà fuori pericolo

È stato Omar a chiamare i soccorsi dopo averlo colpito. Il sindaco: «Vicini alla famiglia per aiutarla a ritrovare la serenità»


di Graziano Riccadonna


FIAVE'. Un paese attonito, sgomento e incapace di credere all'evidenza. Un paese deserto anche nella piazza centrale, la piazza San Sebastiano, al solito gremita. Questa è Fiavé il giorno dopo la tragedia della lite in famiglia, l'accoltellamento del papà da parte del figlio con tre terribili fendenti, fermato appena in tempo dal provvidenziale intervento della mamma. La famiglia Dalponte è conosciuta a Fiavé. Il papà Onorato, originario di Vigo Lomaso, insegnante in pensione dopo aver insegnato una vita nelle scuole di Trento; impegnato nel sociale fa parte della compagnia Schützen delle Giudicarie Esteriori, la compagnia «Bernardino Dalponte Tre Pief», inoltre fino a poco tempo fa era inserito nel comitato di redazione del notiziario fiavetano «Lungo il Carera». E la moglie è da sempre impegnata nella Pro Loco di Fiavé e in altre associazioni locali.

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Insomma, una famiglia tranquilla con due figli, una ragazza più giovane laureata in discipline sportive e docente a Bologna, e il figlio Omar, trentacinquenne, che da qualche anno vive da solo a Trento tornando abbastanza di frequente a casa. Appunto in uno di questi ritorni è successo il dramma. Del tutto futili i motivi dell'alterco fra padre e figlio, degenerato in pochi attimi nel gesto impensabile di Omar: il tempo di rientrare in casa dopo l'invito perentorio ad andarsene, prendere il coltello e colpire il genitore. La tesi di un improvviso raptus sarebbe rinforzata dall'atteggiamento successivo del ragazzo, che come sembra - resosi conto della gravità dell'accaduto – avrebbe lui stesso provveduto a telefonare per chiedere soccorsi, giunti immediatamente con l'elicottero di soccorso.

Da un paio di anni Omar era sottoposto a cure, avendo mostrato grandi difficoltà a relazionarsi con l'ambiente esterno, proprio lui che era un tipo assai sportivo e socievole che aveva iniziato studi di tipo universitario, poi sospesi. Nel tempo deve essere accaduto qualche cosa che lo ha reso ancora più fragile: a questo punto per evitare il precipitare della situazione viene invitato a sottoporsi ad alcune cure in grado di ridargli quella serenità e fiducia in sé senza le quali il destino di emarginazione sembra segnato.

La tragedia ha attirato la massima attenzione degli abitanti, stretti attorno alla famiglia per offrire comprensione. Di questo sentimento si è fatto interprete nelle omelie di ieri il parroco, don Fortunato Caresani, chiamando la comunità a «un atto di fede e di amore che riesca a riportare serenità». A sua volta il sindaco Angelo Zambotti auspica la massima solidarietà verso una famiglia: «Tutti dobbiamo restare vicini alla famiglia così colpita, ed augurarsi che la vita possa riprendere come prima».

Un paese attonito e silente, ora non si muove foglia a Fiavé. Intanto, al Santa Chiara, i medici hanno dichiarato fuori pericolo Onorato Dalponte che resta però ricoverato. Come ricoverato è ancora anche suo figlio.

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