sanità

Tempi d’attesa, il 35% dei trentini è deluso

Azienda sanitaria promossa in qualità, ma bocciata per i ritardi nelle visite. Ma il vero problema è quello dei costi. L’ordine: «Risparmiare sul personale»


di Andrea Selva


TRENTO. Costi elevati (quasi 2 mila euro all’anno pro capite) con la necessità di procedere a tagliare sul personale e sui servizi erogati ai cittadini, in particolare sulle (troppe) prestazioni di diagnostica per immagini. Ecco i problemi che troverà sul tavolo il successore di Luciano Flor, che lascerà a fine mese la dirigenza dell’azienda sanitaria di Trento. Con un ulteriore problema, che viene denunciato da oltre un terzo dei trentini: i tempi di attesa troppo lunghi per le visite specialistiche, che portano una buona parte di pazienti (il 17 per cento di un campione intervistato dall’azienda sanitaria nel 2014) a rivolgersi fuori provincia per visite e (in misura minore) ricoveri.

La fotografia dello stato di salute (e delle magagne) della sanità trentina emerge dal bilancio di missione che l’azienda sanitaria ha predisposto sui dati del 2014 e che è stato approvato nei giorni scorsi dalla giunta provinciale. Si tratta di un documento che descrive gli obiettivi raggiunti e i punti di debolezza della sanità trentina.

Buoni risultati

Le buone notizie, quelle che secondo il direttore uscente Luciano Flor in Trentino non vengono valorizzate abbastanza, arrivano dalla comparazione fra le realtà sanitarie italiane: sulla base di una serie di indicatori il Trentino è fra le realtà che presentano una percentuale più alta di eccellenze e unapercentuale più bassa di punti di debolezza, assieme a Toscana, Val d’Aosta ed Emilia Romagna per citare alcune altre regioni.

Le note dolenti

Il punto più debole è quello dei costi troppo elevati in Trentino per sostenere i nostri servizi sanitari. Una situazione definita “critica” nel rapporto dell’azienda sanitaria che individua queste cause: «Ciò è dovuto al maggior costo del personale dipendente derivante dall’applicazione del contratto provinciale, non ché ai maggiori livelli assistenziali assicurati in provincia di Trento, per la prestanza di numerose prestazioni aggiuntive ma soprattutto per la più elevata assistenza nelle Rsa». In totale la sanità trentina costa oltre 1 miliardo all’anno alle casse pubbliche provinciali, in continua crescita negli ultimi anni.

Troppi esami?

Sono mesi che i vertici della sanità trentina definiscono eccessivi (e inutili) gli esami garantiti in Trentino, indicando la “slow medicine” come via da seguire. Anche l’ex assessora Donata Borgonovo Re (che sul tema ha organizzato un convegno specifico) in più occasioni si è appellata ai medici. In particolare dal bilancio di missione dell’azienda sanitaria emerge il dato critico delle prestazioni di “diagnostica per immagini”. In totale le prestazioni erogate nel 2014 sono state 9,4 milioni, in leggero aumento rispetto al 2013. Nel rapporto dell’azienda sanitaria si legge: «Il numero di prestazioni per abitante dei cittadini trentini è ampiamente superiore al numero di prestazioni erogate ai propri residenti dalle regioni limitrofe».

Flor, nessuna penale per l'addio all'azienda sanitaria Nel nuovo contratto il periodo di preavviso era stato ridotto da tre mesi a un solo mese

Il doppio mandato di Flor

Nell’ottobre scorso, nel momento in cui gli veniva rinnovato il contratto per altri cinque anni, la giunta provinciale aveva indicato chiaramente due obiettivi a Luciano Flor: predisporre entro 6 mesi un nuovo regolamento organizzativo dell’azienda sanitaria per ridurre la spesa del personale; attivare entro 18 mesi l’organizzazione della medicina generale sul territorio, con le aggregazioni funzionali territoriali. E’ chiaro che con l’uscita di scena del direttore generale i tempi si allungheranno in modo indeterminato, anche perché il nuovo direttore (anche nel caso di una soluzione interna) avrà bisogno di tempo per orientarsi all’interno dell’organizzazione sanitaria trentina.

L’insoddisfazione degli utenti

In realtà la sanità trentina pare soddisfare i trentini. Almeno questo è ciò che risulta da un’indagine commissionata dall’azienda sanitaria nel 2014 su un campione di 2500 cittadini, intervistati telefonicamente. Ma se il 95 per cento degli intervistati promuove l’azienda per la qualità di visite specialistiche e ricoveri (in questo caso si sale al 98%) il vero problema è quello dei tempi di attesa. In questo caso il 35% degli intervistati si è dichiarato insoddisfatto. Un problema che a Trento pare meno sentito (19 per cento) mentre la percentuale di insoddisfazione sale nelle vali, dove oscilla fra il 35 e il 45 per cento degli intervistati. In particolare l’azienda sanitaria ha evidenziato i tempi lunghi per le visite oculistiche e urologiche.













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