Telefona: «Ci sarà un attentato» Denunciato un 15enne noneso  

Il caso. L’adolescente ha chiamato una Proloco riminese per annunciare l’evento terroristico In poche ore i carabinieri hanno individuato il telefono e si sono presentati di notte a casa sua



Trento. «Buonasera, volevo avvertire che ci sarà un attentato terroristico nella zona di Rimini». A fare la chiamata inquietante una voce maschile. A ricevere l’allarme attentato, la Proloco di un comune della Valmarecchia, in provincia di Rimini. Che ha girato la notizia ai carabinieri. Come è finita? Che l’attentato non c’è stato ma un quindicenne noneso è stato denunciato per procurato allarme. E nella sua casa si sono presentati all’una di notte i militari di Novafeltria assieme ai colleghi della Compagnia di Cles. Arrivare al ragazzino non è stato difficile: i tabulati telefonici avevano preso nota del numero del chiamante che corrispondeva ad un telefono intestato ad un commerciante 51enne. Che quando ha aperto la porta ai carabinieri, inizialmente, non riusciva a capire cosa potesse essere successo. Uno «scherzo» una leggerezza che potrà costare molto cara all’adolescente e del suo caso se ne occuperà la procura per i minorenni di Trento. La telefonata allarmistica è stata fatta alle 21 dei 4 maggio. Al telefono la voce del chiamante era risultata «maschile, ferma e sicura, senza rumori di fondo» come raccontato dal presidente della Proloco ai carabinieri. Il ragazzino ha subito confessato ai genitori ed ai militari la sua responsabilità. Affranto, ha spiegato che la telefonata voleva essere uno scherzo, Ma perché chiamare proprio un numero della Valmarecchia? L’adolescente avrebbe spiegato che aveva ideato “lo scherzo” mentre era in gita in Valmarecchia e di aver chiesto all’interlocutore di «avvertire la popolazione» per avere un riscontro mediatico trovandosi a distanza. La tempestività degli accertamenti e l’immediata individuazione del ragazzo (sono passate poche ore) hanno evitato di avviare procedure di emergenza e pubblica sicurezza. Pur ritenendo il ragazzo attendibile, gli accertamenti - hanno spiegato i carabinieri - sono stati volti ad accertare che il cellulare fosse, davvero, soltanto in uso esclusivo al minore per scongiurare ogni dubbio su altri possibili attori e scenari dietro il gesto. M.D.













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