«Teatro: troppi vincoli e costi eccessivi»

Loreta Failoni (Coordinamento Teatrale) spiega il motivo della rinuncia al bando di gara per la gestione della struttura


di Gianluca Filippi


PERGINE. Cinque riunioni, pareri tecnici, analisi dei costi e ricavi, delle economie di scala: ebbene, tutto questo non è servito a convincere la corazzata Centro Santa Chiara - Coordinamento Teatrale Trentino -Teatro Stabile di Bolzano a partecipare al bando per l’assegnazione della gestione del teatro comunale di Pergine. Per quanto si cercasse di girare la frittata, spazi che potessero rendere fattibile l’intervento delle più grandi realtà culturali e gestionali provinciali, non se ne sono visti. Ancor più tenendo conto che questo sodalizio - che operativamente sarebbe diventato un’associazione di impresa - avrebbe potuto beneficiare del contributo attivo di enti territoriali molto forti e di grande esperienza, come Pergine Spettacolo Aperto, piuttosto che la fondazione Aida di Verona e, ancora, la compagnia La Piccionaia - I Carrara di Vicenza.

Tutti a dire no, di fronte ad un bando ritenuto non sostenibile economicamente: i calcoli riferiscono di un costo di gestione giornaliero di circa 4-500 euro, ancor prima di cominciare a parlare (e spendere) di cartellone.

«Abbiamo tentato di mettere in piedi un accordo solido, pluriennale e di qualità - racconta al Trentino la presidente del Coordinamento Loreta Failoni - per garantire a Pergine una proposta che fosse di largo respiro, come merita, ma visti i vincoli non abbiamo ritenuto opportuno partecipare al bando. Peccato, perché poteva essere una sfida interessante: voleva dire collaborare con il Centro Santa Chiara, il teatro Stabile di Bolzano, portando l’esperienza reciproca chi nella produzione, chi nella distribuzione. Abbiamo valutato un po’ tutto quanto, abbiamo sentito il parere di esperti del settore e anche dei soggetti territoriali come Pergine Spettacolo Aperto, ma sarebbe stato un buco sicuro. Pertanto abbiamo rinunciato». Dello stesso parere il Centro Santa Chiara (irraggiungibile ieri il direttore Nardelli), che in effetti in queste settimane si trova ad affrontare una delle crisi più gravi della sua storia e che pertanto non si sarebbe certo potuto permettere fughe in avanti, soprattutto sotto il profilo economico. Giudizio simile anche da parte di Pergine Spettacolo Aperto. Il presidente Flavio Pallaoro ha confermato gli step del percorso di valutazione che ha portato alla rinuncia alla partecipazione, supportando peraltro la scelta di AriaTeatro e del suo direttore artistico Denis Fontanari. «Le analisi effettuate con gli altri partner ci hanno sconsigliato di intervenire direttamente nella gestione del teatro, stanti i dubbi sul fronte economico. Pertanto abbiamo deciso di non partecipare al bando, ma di dare comunque il nostro supporto ad AriaTeatro. Un supporto di tipo tecnico, con Pergine Spettacolo Aperto fornitore di servizi. Se avranno bisogno di noi, noi ci saremo», ha chiosato Pallaoro. La parola ora passa al Comune.

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