Tarolli chiama l'amico Fazio per inaugurare la sua villa

Grande appuntamento mondano con ospiti vip sulla collina di Villazzano


Ubaldo Cordellini


TRENTO. Un grande grazie. Così Ivo Tarolli ha definito la festa che ieri sera ha inaugurato la nuova grande villa di famiglia sulla collina di Villazzano. Un grazie non per la sontuosa magione in stile alpino ricavata da una chiesetta sconsacrata del '700, ma per essere tornato alla vita dopo un tumore al cardias. Ospite d'onore della festa l'ex governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio.

Una festa che sarà ricordata tra gli appuntamenti mondani trentini dell'anno.  L'ex senatore dell'Udc, parlando al centinaio di ospiti che sorseggiavano spumante Trento doc nel giardino della villa (il sindaco Alessandro Andreatta, in prima fila, gli reggeva il microfono), ha definito Fazio, da sempre suo amico, «maestro di vita e di fede che mi ha insegnato a conoscere l'economia. Una persona mite nelle relazioni umane, granitica nelle convinzioni e intelligente nella gestione dell'economia. Un uomo che ha fatto molto per questo paese e che porta con grande dignità la croce che gli è stata gettata addosso».

L'allusione è alla vicenda della scalata alla banca Antonveneta da parte della Popolare di Lodi di Giampiero Fiorani con il quale Fazio aveva un intenso scambio di telefonate. A sentire queste parole l'ex governatore si è tolto gli occhiali strizzando gli occhi, quasi a fermare le lacrime. Ma poi l'ex governatore ha negato con un sorriso: «Non mi sono commosso per niente perché è tutto falso». Fazio, che soggiorna da qualche giorno in casa Tarolli, ha parlato a lungo di crisi e crollo delle borse con il presidente di Banca Sella Luigi Gargiulo, con l'imprenditore Pietro Tosolini, con il presidente della Cassa rurale di Trento, nonché di Cassa Centrale, Giorgio Fracalossi e con l'ex europarlamentare della Svp Michl Ebner.

Ad accogliere gli ospiti la moglie di Tarolli, Adriana, che il senatore ha definito come il punto fermo della sua vita: «Guai a chi me la tocca, anche se certe volte se si potesse vendere la venderei», ha detto facendo piangere di commozione la signora. Tra gli ospiti c'erano l'economo della Curia, ed ex direttore dell'Itas, Renato Gislimberti (è stata proprio la Curia a vendere a Tarolli la chiesetta sconsacrata e la casa vicina che poi l'ex senatore ha ristrutturato), il presidente dell'Ordine dei commercialisti Maurizio Postal, il presidente delle Acli Arrigo Dalfovo, l'imprenditore Franco Lunelli, il procuratore della Repubblica vicario Giuseppe De Benedetto, Mario Oss, l'onorevole Siegfried Brugger, i medici padovani che hanno operato il senatore Carlo Castoro e Matteo Cagol, i primari trentini Angelo Graffigna e Giovanni De Pretis, l'oncologo Galligioni, il radiologo Tomio, il primario di chirurgia a Rovereto Alessio Less. C'era anche il padre spirituale di Tarolli, monsignor Ernesto Menghini. Tutti ad ammirare la villa con i pavimenti di legno e pietra trentina che Tarolli mostrava con orgoglio, spiegando: «Siamo qui per ringraziare, non per esibizione».













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