Taglio alle liste d’attesa in sanità 

L’impegno dell’assessora Segnana: «E Protonterapia diventi attrattiva anche fuori»



TRENTO. Non è un’azzardo definirla una sorta di “mission impossible” ma l’assessora alla salute Stefania Segnana l’ha sottolineata con la matita rossa, in bella evidenza sulla propria agenda. Che cosa? La riduzione dell’annoso problema delle liste d’attesa: «Un tema importante che vogliamo affrontare: ci sono degli esami che si possono attendere oltre i 180 giorni. Un esempio? Parliamo della colonscopia, di ematologia, di esami cardiologici. Per accorciare i tempi si dovrà ragionare sulla possibilità di estendere l’attività al pomeriggio o anche al sabato» osserva.

Non è un segreto che l’attività pomeridiana di molti medici si svolga fuori dalle strutture ospedaliere. Il tema è dunque quello di rendere attrattivo per questi professionisti svolgere nel pubblico anche questa presenza supplementare: «Ci dovremo confrontare, chiaro. Questa è una possibilità che potrebbe essere affiancata o completata con il maggiore ricorso a strutture diagnostiche private» chiarisce Segnana.

Ma non solo: «La popolazione invecchia. Come è noto patologie un tempo mortali, ora diventano croniche e ci servono progetti per seguire questa popolazione anziana sul territorio, non solo nelle città. Sviluppando una medicina territoriale, pensiamo ad un numero unico dedicato per raccogliere i bisogni dei cittadini al fine di evitare che tutto si concentri nei pronto soccorso. Sul sociale, massima attenzione alla famiglia. Sostenendo la natalità. Occorre potenziare conciliazione e introdurre strumenti di sostegno al reddito».

Ma l’assessora punta ad una sanità trentina che sia attrattiva anche sull’esterno: «Penso ad un’eccellenza come Protonterapia che dovrà essere in grado di attirare pazienti anche da fuori per la bontà delle sue pratiche».













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