Tagli agli affitti della Provincia, passa il ddl

Nuovo clima tra maggioranza e opposizioni: voto unanime sul testo di Zanon emendato dalla giunta



TRENTO. L’altro ieri l’emendamento concordato in Consiglio regionale sui 200 milioni alle Province, ieri il bis in quello provinciale con l’approvazione di un ddl di Gianfranco Zanon (nella foto) pure emendato dalla giunta di concerto con il proponente. Un nuovo clima nei rapporti tra maggioranza e opposizioni? Forse è presto per dirlo. Fatto sta ieri il ddl del consigliere di Progetto Trentino è passato addirittura all’unanimità. Oggetto della legge, misure per ridurre la spesa legata al pagamento degli affitti degli immobili che ospitano sedi e uffici della Provincia e di altri enti pubblici collegati. Tutti i 30 consiglieri presenti si sono espressi a favore del testo emendato dalla giunta d’intesa con Zanon prima del dibattito. L’emendamento concordato (firmato dall’assessore Olivi, ma per l’esecutivo è intervenuto il collega Gilmozzi) ha sostituito l’unico articolo del ddl. Approvato all’unanimità anche un ordine del giorno collegato, proposto da Grisenti (Progetto Trentino) e in parte riformulato con Gilmozzi, che impegna la giunta a emanare direttive alle società di sistema della Provincia perché raggiungano lo stesso obiettivo.

Il testo originario di Zanon era stato respinto il mese scorso in Prima commissione perché applicava tout-court alla legislazione provinciale la riduzione del 15% dei canoni di locazione degli immobili ad uso istituzionale prevista dal decreto legge 95 del 2012. E destinava le risorse così risparmiate all’acquisto e ristrutturazione di immobili da adibire ad abitazioni principali. L’emendamento sostitutivo prevede invece che il piano di miglioramento della spesa della pubblica amministrazione definito dalla legge finanziaria provinciale 2011, assicuri di garantire risparmi non inferiori a quelli derivanti dall’applicazione del decreto legge 95 del 2012 «anche attraverso la riduzione dei canoni di locazione passiva aventi ad oggetto immobili a uso istituzionale». In pratica i tagli potranno anche superare la soglia minima del 15% fissata dallo Stato». Respinta invece (19 no e 11 sì) la proposta di modifica dello Statuto con cui Giacomo Bezzi di Forza Italia chiedeva di definire «bene comune» il patrimonio idrico trentino: l’assessore Gilmozzi, nell’illustrare il no della giunta, ha spiegato che ha «non vi è dubbio che le acque siano pubbliche, così come già sancito dalla legislazione provinciale vigente in materia».













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