Super-dirigenti, è sfida per il posto

Incarichi speciali per i «bocciati». Che manterranno qualifica e stipendio


Chiara Bert


TRENTO. Nella rivoluzione della Provincia nessuno vuole parlare di «promossi» e «bocciati», ma è un dato di fatto che ci saranno 11 super-dirigenti a capo degli 11 nuovi maxi-dipartimenti, e 10 dirigenti che resteranno tali ma senza più truppe. Il toto-nomine è già partito. Chi «perderà» il dipartimento manterrà qualifica e stipendio (fino al termine della legislatura) e sarà destinato ad incarichi speciali trasversali e a tempo.

Ieri la giunta ha dato il via libera alla fase 1 della riorganizzazione, confermando l'impianto presentato giovedì a dirigenti, sindacati e maggioranza: i dipartimenti calano da 21 a 11 (10 più l'avvocatura), sotto la direzione generale guidata da Ivano Dalmonego. Il presidente Lorenzo Dellai e l'assessore al personale Mauro Gilmozzi hanno rivendicato «scelte forti» e una nuova filosofia dell'apparato provinciale che punta sulla flessibilità, un vertice burocratico molto più compatto e la valorizzazione delle competenze.

Il nuovo impianto prevede un dipartimento del welfare (accorpando sanità, politiche sociali e lavoro) che però non convince i sindacati (vedi articolo a lato): per la guida della nuova struttura si fa il nome di Livia Ferrario, già dirigente degli enti locali e oggi alle politiche sanitarie. Altro super-dirigente sarà quello a capo di Lavori pubblici, infrastrutture e mobilità: alte le quotazioni di Raffaele De Col, attuale dirigente della Protezione civile alla quale potrebbe arrivare Fabio Berlanda, dirigente dell'Appa e già alla guida dei vigili del fuoco. Per Urbanistica-ambiente e foreste circola il nome di Romano Masè, oggi al dipartimento risorse forestali e montane, mentre per Agricoltura-turismo-commercio e promozione si parla di Paolo Nicoletti, oggi alla guida di Turismo e commercio. Marco Tomasi, dirigente dell'Istruzione, è in pole per il ruolo di dirigente del nuovo dipartimento che accorpa anche la cultura, mentre Paolo Spagni dovrebbe essere confermato al dipartimento Industria e artigianato.

Non è difficile immaginare che le prossime settimane, da qui alla nomina dei nuovi dirigenti entro febbraio, saranno molto «calde» e di grande fermento in piazza Dante. L'ultima Finanziaria ha previsto, per i dirigenti generali che non saranno più a capo di un dipartimento, la possibilità di incarichi speciali su progetti (a tempo) trasversali ai dipartimenti. «Si useranno se ce ne sarà bisogno», spiega Gilmozzi, «ma è uno strumento che auspichiamo possa essere utilizzato per creare dinamicità dentro la pubblica amministrazione e favorire il lavoro di gruppo». «Tutte le persone che lavorano nella Provincia dovranno essere valorizzate», annuncia Dellai, «non ci saranno più progetti speciali aggiuntivi e i nostri dirigenti saranno all'altezza di gestire questa trasformazione, anche se significherà mettere in discussione il proprio ruolo».

Quanto ai risparmi annunciati - 120 milioni di euro all'anno a regime, il 10% delle spese di back office - in molti si chiedono come l'obiettivo sarà raggiunto. «Mi domando da dove arriveranno», confida Moreno Marighetti (Funzione pubblica Cgil), «credo che fino alla fase due, con la riduzione di servizi e uffici, sarà difficile vederli. E molto dipenderà dal trasferimento di competenze alle Comunità di valle, un passaggio su cui i sindacati dovranno avere voce».













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