Sulla canzone dei bimbi lo scontro ora è politico 

L’assessore Bisesti: «Strumentalizzazione grave, la scuola dovrà chiarire» L’opposizione attacca: «Fa l’ispettore solo per difendere la consigliera Rossato»



TRENTO. Sulla canzone di Natale dell’Istituto comprensivo Trento 6 ora lo scontro è politico, con l’assessore all’istruzione Mirko Bisesti che parla di “fatto estremamente grave” e che annuncia verifiche sulla canzone “Altalena” che ha definito di “chiaro contenuto politico”. Si tratta di una canzone composta dal maestro Alessio Zeni e dedicata ai diritti dei bambini, dopo che la consigliera provinciale Katia Rossato aveva parlato del disagio delle famiglie trentine (in particolare di quelle della Vela) di fronte all’occupazione dei giochi pubblici da parte degli stranieri. L’assessore - che in un intervento sui social network ha citato anche il figlio della consigliera Rossato - ha aggiunto: «Ritengo inaccettabile e privo di giustificazioni il comportamento attuato da chi utilizza i bambini per scopi politici, arrivando perfino al punto di usare il figlio dello stesso consigliere (la consigliera Rossato, ndr) per scopi non certamente pedagogici».

Le reazioni non si sono fatte attendere, a partire dall’ex assessora all’istruzione Sara Ferrari (Pd): «Se non ve ne siete mai accorti in tutte le scuole di ordine e grado si insegna che il razzismo è una brutta cosa e ora una canzoncina contro la discriminazione diventa una brutta cosa? Quelli che non credono all’uguaglianza dei diritti (sancita dalla Costituzione) sono razzisti e non possono pretendere che lo diventi anche la scuola». Sulla stessa linea Luca Zeni (Pd): «Quando l’ideologia prevale sulla ragionevolezza, si arriva alla volontà di controllo politico anche sull'insegnamento. Invito a guardare il video: un messaggio positivo, nel rispetto dei principi del nostro ordinamento istituzionale e scolastico».

Anche i consiglieri del M5s (Degasperi e Marini) sono intervenuti nella vicenda ricordando le promesse elettori di Bisesti di “autonomia” e “creatività” per la scuola trentina: «Posto che nella vicenda per chi la scuola la vive non esiste alcuna strumentalizzazione, è inaccettabile un assessore che, dimentico del suo ruolo, si improvvisa ispettore per mettere le pezze agli scivoloni dei componenti della sua maggioranza».













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