Sul Finonchio un rifugio «sconsigliato»

L’Appa invita il comune a tabellare tutta l’area per informare i turisti del pericolo per la salute provocato dall’elettrosmog



ROVERETO. La prospettiva in chiave turistica è devastante: quando sarà riaperto al pubblico, ammodernato e dotato di nuovi servizi igienici e di un bivacco, il rifugio Filzi sul Finonchio potrebbe - e forse dovrà - essere circondato da tabelle che avvertono del forte inquinamento elettromagnetico di quella porzione di montagna. E invitato i visitatori a non fermarsi più a lungo di qualche ora per evitare di mettere a rischio la propria salute. Visto che non si tratta di una radiografia cui tocca per forza sottoporsi, è fin troppo facile immaginare che una misura di quel tipo finirebbe per allontanare i potenziali fruitori del rifugio, vanificando lo sforzo notevole che la Sat roveretana sta compiendo per ristrutturarlo.

Il problema è stato portato in consiglio comunale da Carlo Fait con una domanda di attualità. Trasformata poi in interrogazione (e quindi rimandata alle prossime sedute) visto che il problema è vecchio di decenni e quindi manca quel carattere di urgenza che avrebbe permesso di discuterne subito. Ma non sfugge a nessuno che un problema c’è. Il presidente della commissione ambiente Mauro Previdi ha pochi dubbi. «Porterò la questione in commissione ambiente, appena raccolta tutta la documentazione necessaria. Ma è chiaro che siamo di fronte ad uno degli esempi più clamorosi di come l’inquinamento elettromagnetico venga sistematicamente minimizzato e banalizzato. Purtroppo si cozza contro interessi economici ed anche sociali talmente forti, che oggi opporsi ad antenne e ripetitori è ancora impossibile. E quelle conclusioni sulla nocività dell’inquinamento elettromagnetico che già si potrebbero considerare assodate vengono ancora messe in discussione. Ma spero che la sensibilità di questa amministrazione, che si definisce “green”, ci permetta di superare queste resistenze ed arrivare a misure che tutelino veramente la salute di tutti».

Alla Sat il rischio di vedersi recintati e «sconsigliati» nemmeno è preso in considerazione. Prima di partire con i lavori, è stata chiesta una analisi approfondita della situazione all’Appa. Che ha rilevato un superamento dei limiti di elettrosmog tollerati solo in una piccola porzione della struttura, fuori dal rifugio, in coincidenza di una legnaia. Sarà recintata ad impedire anche fisicamente che qualcuno si fermi lì. Ma l’Appa nelle sue note conclusive in verità riferiva di «valori significativi riscontrati in tutta l’area di indagine» e sollecitava ad informare del pericolo per l’intera area del rifugio. Non equivale a vietare l’accesso al rifugio, ma l’effetto rischia di essere lo stesso. (l.m.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano