Sui sette «dissidenti» pende il commissario

I consiglieri della Sacco - San Giorgio hanno portato le dimissioni in Comune Ma per la surroga di Cavagna potrebbe bastare anche una nomina “ad acta”


di Paolo Trentini


ROVERETO. In sette si dimettono, la maggioranza gioca la carta del commissario. Uno alla volta, ieri mattina i sette "dissidenti" della Sacco San Giorgio hanno formalmente presentato le proprie dimissioni. Giancarlo Caputo, Flavio Bazzanella, Maurizio Bisoffi, Sandro Ferron, Davide Romeo, Enrico Tonelli e Renzo Bonafini hanno consegnato nell'ufficio di decentramento i documenti necessari per escludersi dal consiglio circoscrizionale. Un gesto più volte annunciato nelle settimane scorse che ieri si è reso concreto. A nulla sono valsi gli appelli della presidentessa Bianca Francesconi così come i tentativi di mediazione del sindaco Miorandi. Nei giorni scorsi il primo cittadino ha incontrato i sette separatisti per cercare una mediazione. Invano. E così si è arrivati allo strappo definitivo.

Dispiaciuti, ma nemmeno tanto, per la fumata nera i sette consiglieri hanno rassegnato le dimissioni: "Abbiamo incontrato il sindaco - spiega Maurizio Bisoffi - e abbiamo esposto tutte le nostre perplessità in merito all'operato della presidentessa. Ci siamo dichiarati pronti a un passo indietro nel caso si fosse cambiata la guida della circoscrizione. Il nostro nome per un compromesso era quello di Armando Polli, da noi ritenuto una persona equilibrata, al di sopra delle parti e di ogni gioco politico. Purtroppo questa proposta è stata bocciata dal Pd roveretano che non accetta figure diverse dall'attuale presidentessa. A questo punto, capito che non c'era margine per alcuna trattativa, abbiamo deciso per le dimissioni come segno di protesta. Siamo dispiaciuti anche per chi ci ha eletti in consiglio, ma non ci sentiamo di proseguire ulteriormente in un clima tutt'altro che sereno anche se non sappiamo quel che succederà".

I sette consiglieri pare non abbiano fatto i conti con le indicazioni della Regione. La carta a sorpresa giocata dalla maggioranza e dall'amministrazione, stando alle risposte dell'ente regionale, è la possibilità che un commissario ad acta o direttamente il consiglio comunale proceda d'ufficio alla surroga del consigliere Ivan Cavagna, le cui dimissioni avevano ridotto a sette i consiglieri presenti nelle ultime sedute. Così il numero dei consiglieri sarebbe sufficiente per svolgere le sedute e i lavori andrebbero avanti senza i sette ribelli. Ipotesi non presa in considerazione dai dimissionari: "Avrei preferito una soluzione diversa - afferma Caputo -. Se solo la presidentessa avesse avuto il coraggio di fare un passo indietro e rimettersi in gioco per una nuova maggioranza, magari ora sarebbe ancora alla guida. Invece ha proseguito ostinatamente nel suo atteggiamento e si è arrivati a questo punto". "Fa specie - conclude Bazzanella - che dal giorno della mozione di sfiducia non siamo più stati contattati se non ultimamente dal sindaco. Con un accordo attorno a un tavolo questo passaggio si sarebbe potuto evitare. Se la circoscrizione chiuderà possiamo dire di avere una parte di responsabilità ma la parte maggiore rimane alla maggioranza".

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