Studenti, cresce la fame di case 

L’ateneo si allarga. Sono 6 mila gli universitari fuori sede che frequentano l’Università di Trento, oltre 4500 si rivolgono al mercato privato E ora si aggiungeranno i nuovi iscritti a Medicina. Negli studentati previsti 250 posti in più, ma i trentini preferiscono sempre più affittare ai turisti


Fabio Peterlongo


Trento. Con i piani di espansione degli studentati fermi a prima dell'annuncio della nuova Scuola di Medicina che porterà a Trento circa 360 nuovi studenti in 5 anni, si potrà aggravare la carenza di alloggi per gli studenti. È questo il punto di vista espresso dalla professoressa Maria Laura Frigotto, presidente dell'Opera universitaria. «L'approvazione di Medicina è di pochi giorni fa e verranno fatti approfondimenti per valutare l'impatto sul diritto allo studio dei nuovi studenti e in particolare sugli alloggi», assicura Frigotto.

Più posti, ma non si conta medicina

La Scuola di Medicina di Trento accoglierà sessanta nuovi studenti l'anno: «Senza dubbio queste nuove presenze accentueranno la necessità di alloggi, - ammette Frigotto - Che è evidente già ora in particolare nel centro di Trento».

Secondo gli ultimi dati dell’Ispat, nel 2018-2019 dei circa seimila fuori-sede che frequentano l'Università di Trento, in 1434 hanno trovato alloggio nelle strutture attrezzate dall'Opera universitaria, a fronte di 1868 domande. Tutti gli altri si sono rivolti al mercato privato.«Ci sono in corso diversi ampliamenti delle residenze, ma fanno tutti riferimento ai numeri precedenti a Medicina - spiega Frigotto - Verrà potenziata l'offerta a Santa Margherita, con un incremento di 50 posti. È in corso la permuta con Itea per la "Nave" in via San Pio X, che porterà 100 nuovi posti. Si completerà lo studentato di San Bartolameo, che verrà ampliato di 100 posti». Ma quest'espansione tiene conto solo della decisione del Senato accademico di ampliare la platea di Trento di 500 nuovi studenti, ufficializzata negli scorsi mesi prima dell'introduzione di Medicina. A complicare il rebus è anche l'aumentata presenza turistica in città: «Sappiamo che il turismo breve porta via molti spazi - commenta Frigotto - Stiamo cercando di costruire un raccordo tra domanda e offerta dei privati attraverso una piattaforma. Si rivolgerà anche ai proprietari di immobili che non affittano abitualmente, cercando di garantire la sicurezza dell'incontro tra le parti. Non possiamo però pensare a incentivi economici diretti, non è nella "mission" dell'Opera».

Oggi molti preferiscono affittare ai turisti

«Gli studenti vogliono la stanza singola in centro, ma ai proprietari conviene affittare ai turisti. Servono più studentati». Severino Rigotti, presidente degli agenti immobiliari Fimaa, si concentra sulla concorrenza tra studenti e turisti. «I ragazzi cercano esclusivamente camere singole, sono disponibili a pagare di più per avere la privacy - spiega Rigotti - Una volta erano più disponibili a condividere gli spazi». Ciò spinge i proprietari di immobili a preferire la clientela turistica: «I bed and breakfast che ospitano turisti per brevi periodi di tempo proliferano perché permettono di massimizzare i guadagni». Agli studenti che lamentano i prezzi esagerati degli affitti, Rigotti suggerisce di guardare il quadro complessivo: «Un tempo i proprietari guadagnavano 1500 euro al mese affittando con facilità tre stanze doppie. Oggi si affittano camere singole che al massimo possono valere 350 euro. È chiaro che in questa situazione il proprietario si rivolge ai turisti». Anche la domanda degli studenti risulterebbe poco elastica: «Amano stare tutti in centro o nei dintorni della stazione, per godere della vita mondana - evidenziaRigotti - Questo è dimostrato anche dal successo dello studentato di San Bartolameo, dove gli studenti stanno tutti insieme. Basta pensare che a Povo vanno ad abitare solo gli studenti che intendono focalizzarsi esclusivamente sullo studio».















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