Strigno, terzo arresto per il siriano innamorato

Appena uscito di cella è tornato a piantonare la casa della minorenne di cui si era invaghito. Ma stavolta ad aspettarlo c’erano i carabinieri


di Giuliano Lott


TRENTO. Il “siriano innamorato” è tornato. Scarcerato alle 10 del mattino del 18 febbraio dopo aver scontato la seconda condanna per atti persecutori nei confronti di una ragazzina minorenne di Strigno per la quale aveva perso la testa due anni fa, si è ripresentato attornpo alle 13 a casa della ragazzina ma stavolta ha trovato ad attenderlo i carabinieri della stazione di Borgo Valsugana. I quali anziché l’anello di fidanzamento gli hanno proposto due braccialetti in acciaio inox. Ammanettato, Wafa Abu Daer, 28 anni, è stato arrestato per la terza volta e ora è in carcere a Spini di Gardolo in attesa di un nuovo processo per stalking.

La vicenda era iniziata nel 2011, quando Abu Daer lavorava come operaio per una ditta edile che si occupava della ristrutturazione delle scuole elementari di Strigno. Qui si era invaghito della ragazzina, allora quindicenne, adocchiata in un locale dove andava a mangiare assieme ai colleghi di lavoro. Per il giovane era stato un colpo di fulmine, al punto di rivolgersi al proprio Imam per ottenere la dispensa necessaria per sposare un’infedele. Si era così proposto alla madre della ragazza chiedendo la mano della minorenne. La madre, spaventata dall’insistenza del giovane, aveva dapprima avvisato del fatto il titolare della ditta per cui Abu Daer lavorava. Il giovane siriano era stato così licenziato, ma anche da disoccupato si era ripresentato davanti a casa dell’amata, piantonandola come farebbe un’irsuta bodyguard. La famiglia della ragazza, sempre più allarmata dalle avances, aveva sporto denuncia e in attesa che la giustizia facesse il proprio corso aveva convinto la ragazza, in via prudenziale, a cambiare residenza. La minorenne si era così trasferita dalla nonna e per tema di essere molestata anche sul tragitto per andare a scuola, aveva rinunciato per alcune settimane persino a frequentare le lezioni. A novembre 2011 Abu Daer viene arrestato per atti persecutori nei confronti della minore, e poi processato. Sconta gli otto mesi di carcere comminatigli dal giudice (passati scrivendo deliranti lettere alla sua), ma ottiene la protezione sussidiaria, una sorta di asilo politico che gli permette di rimanere in Italia malgrado la condanna e la disoccupazione. Appena uscito dal carcere, nell’estate scorsa, torna a tormentare la giovanissima e rimedia una seconda denuncia, alla quale fa seguito un’ulteriore condanna, stavolta a tre mesi. Uscito dalla cella pochi giorni fa, non ha indugiato ed è subito tornato in Valsugana per conquistare l’amata. Ma i carabinieri, intuendo che il giovane non avrebbe desistito, lo hanno atteso al varco.

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