Strage di caprioli e cervi Da gennaio 24 i capi morti

Dati allarmanti alla recente assemblea dei cacciatori della Riserva di Pergine: tanti gli investimenti sulle strade (non sempre denunciati) e i decessi per malattia


di Roberto Gerola


PERGINE. Sono stati 24 i capi di ungulati morti e gli investimenti da parte di auto sono la voce più allarmante. E’ il disastroso bilancio registrato sul territorio di Pergine in questi primi 7 mesi del 2012.

«Una strage», è stato il commento del rettore Giuseppe Morelli nel corso della recente assemblea dei cacciatori della Riserva di Pergine. In particolare, si tratta di 11 capi di capriolo maschio adulto, di 10 capi di capriolo femmina adulta, di un capriolo piccolo femmina, di un cervo maschio palcuto e di un camoscio femmina adulta. Come negli anni precedenti, gli incidenti avvengono in località ormai “consuete”, nel senso che gli animali attraversano le strade in punti conosciuti, dove spesso transitano automezzi che purtroppo li investono. Altri animali muoiono nei boschi per altri tipi di incidenti o per malattia. In totale, appunto, 24 capi. «A questi - ha aggiunto Morelli - occorre tuttavia aggiungere un 30 per cento di animali non ritrovati o non denunciati».

Il tema dei capi morti per incidenti ha tenuto banco durante l’assemblea, al pari della prossima stagione venatoria. I capi assegnati comprendono 26 caprioli maschi, 13 di “prima categoria” e altrettanti di “seconda”. Ci sono poi 25 capi tra femmine e piccoli. Per i cacciatori perginesi, c’è poi la possibilità di abbattere due camosci (uno di prima e uno di seconda) e un cervo fusone (più un piccolo o femmina). Per la caccia agli ungulati, sono state composte 20 squadre per i caprioli, 2 per i camosci (a seguire poi le altre).

L’assemblea è servita anche per proporre la caccia nei mesi estivi. Non è stato deliberato nulla in proposito, ma ci si penserà, anche se la proposta è stata tutto sommata recepita. Nessuna novità ancora in merito alla caccia ai cinghiali, Questi animali sembrano in aumento e causano talvolta dei danni alle coltivazioni. A fine marzo si è svolto un seminario e sarà possibile “controllare” la specie e quindi procedere ad abbattimenti mirati. Ma manca la firma del protocollo che consentirebbe l’avvio dell’attività, predisponendo piani di prelievo e relativi regolamenti. Nello scorso anno, le catture sono state poche. Occorrono i permessi e, se saranno ottenuti, si procederà con le catture.

In assemblea, il rettore Giuseppe Morelli ha quindi affrontato gli argomenti relativi al «Progetto fagiano»: il lancio di produttori ha avuto buoni risultati, anche se il momento della verità si avrà in agosto con le squadre incaricate di effettuare il censimento. Infine, si è parlato di censimenti diurni e notturni per capriolo e cervo e di ripristino ambientale.

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