Storo, spunta sul monte l’acquedotto «fantasma»

In località Paghera realizzata una derivazione da quello di Casina Ma né l’amministrazione, né la forestale sanno chi ha autorizzato i lavori


di Stefano Marini


STORO. L'acqua in montagna di solito scorre copiosa, tuttavia almeno a giudicare da quello che succede sopra Storo non sembra sempre essere limpidissima. In un precedente articolo del 10 dicembre si dava notizia di un acquedotto realizzato "a tempi record" per portare l'acqua ai fienili di Paghera e Val, tanto che la documentazione relativa all'opera non era ancora stata resa pubblica, si pensava a seguito di intoppi burocratici. A distanza di mesi possiamo affermare che le carte mancavano e plausibilmente continueranno a mancare: pare infatti che dell'acquedotto realizzato a Paghera non si sappia nulla.

Marzia Ferretti, responsabile dell'ufficio tributi e lavori pubblici del Comune spiega: «Il Comune di Storo non ha appaltato nulla riguardo ad un acquedotto nella zona in questione». Il sindaco di Storo, Vigilio Giovanelli è sulla stessa linea: «Il Comune non ha realizzato l'opera in questione; saranno stati dei privati, in ogni caso non ne sappiamo nulla». Giovanelli ci rimanda al consigliere delegato all'agricoltura, Adriano Malcotti, il quale però risponde con un «no comment». Dato che a livello comunale l'unica cosa certa sembra essere l'estraneità del municipio, ne saprà qualcosa la forestale? A quanto pare no: l'ispettore Salvaterra e il responsabile dell'Ufficio distrettuale Antolini spiegano come la macchina delle indagini si sia messa in moto proprio a seguito della nostra richiesta incontro. Spiega Antolini: «A questo punto dobbiamo verificare tutto. Al momento l'opera sembrerebbe illegittima, ma è ancora presto per trarre conclusioni». Quanto a chi possa aver realizzato lo scavo e tirato tubi per circa due chilometri, Antolini ipotizza la committenza possa essere riconducibile ai proprietari dei fienili limitrofi ma esclude che i lavori li possano avere realizzati quest’ultimi: «Le difficoltà di un intervento simile implicano che ad agire sia stata un impresa dotata dell'attrezzatura e delle professionalità necessarie».

Sulla serietà con la quale la forestale affronterà la questione Salvaterra non lascia dubbi: «Abbiamo effettuato un sopralluogo appena alleratati e chiesto delucidazioni all'ufficio tecnico del Comune di Storo, è nostra ferma intenzione andare a fondo». Ma c'è la possibilità che sia tutto un grosso malinteso? Antolini non chiude del tutto: «Esistono delle autorizzazioni rilasciate per la zona soprastante, non per Paghera, tuttavia bisogna valutare che la montagna è interconnessa. Pare improbabile ma verificheremo».

Porta aperta che pare richiudersi subito, però. Abbiamo chiesto un commento al responsabile dei lavori in questione, ingegnere Camillo Berardi, il quale afferma: «L'opera di ristrutturazione effettuata a Casina non c'entra nulla con eventuali ramali di acquedotto realizzati a Paghera».

Insomma, l'unica cosa certa è che qualcuno il collegamento all'acquedotto in zona Paghera lo ha realizzato. Di chi si tratti, per conto di chi abbia operato, quando e con che mezzi al momento non è dato sapere. Certo pare strano ci siano dei privati disposti a spendere di loro per realizzare un'opera per la quale a livello comunale erano stati individuati i finanziamenti.













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