«Stop agli immigrati e ritorno alla Lira per rilanciare l’Italia»

Dio, patria e famiglia le parole d’ordine del partito di Storace Giuliana (Fiamma): «La società multiculturale è fallita»


di Luca Pianesi


TRENTO. Dio, patria, famiglia. Le tre parole d’ordine de La Destra di Storace, che fa parte della coalizione del centrodestra con Pdl e Lega, restano queste. Riviste in chiave moderna e attualizzate alle problematiche d’oggi, ma il programma per le elezioni ruota intorno ai tre cardini storici della destra sociale.«Appoggiamo Berlusconi – spiega Emilio Giuliana coordinatore della Fiamma Tricolore e candidato de La Destra alle politiche – perché è il meno peggio. Non possiamo permettere che vinca la sinistra di Bersani che vuole dare la cittadinanza ai bambini stranieri, nati in Italia. In un attimo ci riempiremmo di immigrati che vengono qui solo per partorire. E poi il Cavaliere s’è sempre dimostrato coerente con alcuni dei nostri principi. Un esempio? Nella faccenda Englaro s’era schierato con chi voleva che lei continuasse a vivere».

Giuliana da dove si parte per rilanciare il Paese?

Dalla lotta alla mafia delle banche. Noi vogliamo che l’Italia torni ad avere le sovranità della moneta, che torni a produrre il suo conio e lo faccia a livello statale. Non vogliamo che se ne occupino le banche private come ora fa la Bce.

Un ritorno alla Lira dunque?

Si ma ante riforma del 1981 quando, di fatto, si è privatizzata la Banca d’Italia e soprattutto ante 1992: in quell’anno c’è stato il famigerato incontro sul Britannia di tutto il gotha dell’alta finanza mondiale. Fu una delle più importanti riunioni del gruppo massonico Bilderberg alla quale parteciparono anche Monti, Draghi e l’allora direttore delegato del ministro del Tesoro, Beniamino Andreatta. Per noi lo Stato deve riacquistare la sua sovranità e tornare a occuparsi del processo di conio senza intermediari privati, come in Giappone. In questa maniera torneremo ad essere padroni della nostra inflazione.

Secondo punto del programma?

Lotta serrata all’immigrazione. I primi ministri, di Inghilterra e Germania, Cameron e Merkel, hanno ammesso che la società multiculturale è fallita. Perché noi in Italia dobbiamo continuare a sbagliare? Dobbiamo rispedire a casa gli immigrati disoccupati e non accettarne di nuovi. Non ci serve altra manodopera. Di lavoro già ce n’è poco per noi italiani. Inoltre il 75% della popolazione carceraria è straniera. Tagliando l’immigrazione risolveremmo anche il problema del sovraffollamento.

Come si sposano con la realtà odierna i tre concetti di Dio, patria e famiglia?

Dio va rimesso al centro di ogni cosa, soprattutto della politica. La nostra classe dirigente ha fatto di tutto per metterlo da parte. Si sono deresponsabilizzati e non devono rendere conto a nessuno. Noi vogliamo che la bontà di Dio torni a guidare anche il cammino dei politici. La famiglia è una sola, quella che si basa sul matrimonio tra uomo e donna. La parola matrimonio deriva da mater, quindi è evidente la necessaria presenza di una mamma. Non ci possono essere un mammo e un papà.

Quindi nessun riconoscimento per le coppie omosessuali?

Ci sono già riconoscimenti e diritti che li tutelano. Oggi si sta camuffando con un finto sentimentalismo ideologico quello che è l’interesse di diverse lobby a distruggere la famiglia naturalmente costituita per ragioni economiche. In ogni caso diciamo un secco no alle adozioni di bambini da parte di coppie omosessuali.

E la patria?

Noi siamo patrioti. Non nazionalisti, attenzione. I nazionalisti erano i massoni alla Garibaldi, alla Mazzini che hanno derubato beni e proprietà della Chiesa. Noi siamo contro le massonerie e a favore di una patria intesa in senso cristiano quindi anche sovraterritoriale.

Come fate a presentarvi alle elezioni con un partito secessionista come la Lega Nord?

A loro va dato atto che almeno si sono defilati dall’appoggio al governo Monti, che io definisco un anno di dittatura dell’alta finanza. Ma, al di là del discorso secessionista, penso che siano un partito di inconcludenti. Sono stati al governo per anni e non hanno ottenuto niente. E in più hanno vigliaccamente votato il trattato di Lisbona, favorendo l’immigrazione, le famiglie allargate e bloccando di fatto il lavoro.

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