Statuto, le associazioni fanno 18 nomi

Dovevano sceglierne tre, ma non c’è stato accordo. Ora la parola a Dorigatti: «Prenderemo i più rappresentativi»



TRENTO. Non un nome per ogni settore (ambientale, culturale e sociale), ma una rosa di 18 nomi, sui quali si esprimerà l’ufficio di presidenza del consiglio comunale. È quanto emerso ieri dal mondo dell’associazionismo trentino, riunito in assemblea per scegliere i tre rappresentanti che andranno a completare i 25 della Consulta per la Riforma dello Statuto dell’Autonomia (già definiti i 9 consiglieri provinciali, i 3 del sindacato, i 3 delle categorie, i 2 dell’Università, quello di Federcoop, i 3 del Consiglio delle autonomie, quello nominato dalla Conferenza delle minoranze linguistiche). L’incontro è avvenuto presso l’aula magna del Dipartimento della Conoscenza. Dopo il saluto del presidente del consiglio Dorigatti, il più alto rappresentante della sede istituzionale a cui fa capo la Consulta, si sono svolte le tre assemblee di settore. A rappresentare l’ufficio di presidenza il vicepresidente, Walter Viola. Per il settore ambientale hanno partecipato 12 referenti su 13 accreditati; per l’associazionismo culturale 29 su 31; per il sociale 37 su 45. Per un totale di 78 rappresentanti.

«La linea del dibattito dentro il consiglio, in sede di approvazione della legge che ha istituito la Consulta (il 2 febbraio, ndr) è stata quella di rivitalizzare la rappresentatività – ha detto il presidente Dorigatti in apertura della plenaria –. La via della rappresentanza e della responsabilità è la strada più opportuna per garantire equilibrio tra società civile e politica. Dobbiamo avere una visione al di là del contingente. Voi rappresentate 180 mila persone. Quindi il vostro sforzo – ha concluso il presidente - è di arrivare ad una scelta unitaria e condivisa, andando oltre il quadro di riferimento di ciascun settore, scegliendo persone con una visione tecnico-giuridica-istituzionale”.

Alla conclusione dei lavori delle tre assemblee, sono state espresse queste rose di nomi: tre per il settore ambientale: Salvatore Ferrari, Sandro Flaim, Martina Loss; cinque per il settore culturale: Antonio Barbetta, Vincenzo Calì, Paolo Magagnotti, Barbara Poggio, Paola Vicini Conci; dieci per il settore sociale: Alessia Buratti, Roberto Dalmonego, Mattia Diffini, Daniela Filbier, Massimo Komatz, Mario Magnani, Dioniso Aurelio Pallazzini, Fabio Pizzi, Vittorino Rodaro, Roberto Toniatti.

Il presidente Dorigatti ha spiegato che all’ufficio di presidenza sarà indicato, per ciascun settore, «il nome che avrà la rappresentatività più significativa. Fatta la verifica rispetto alla consistenza rappresentativa, con il quadro complessivo, l’ufficio di presidenza deciderà i tre rappresentanti».

Le assemblee sono state moderate dai facilitatori Massimo Pasqualini (ambientale), Giovanna Siviero (culturale), Tiziana Rizzi (sociale). Lo staff che accompagnerà le fasi di lavoro avrà come referenti tecnici Camillo Lutteri, responsabile servizio legislativo del consiglio, e Patrizia Gentile, responsabile della giunta provinciale e del progetto che si occupa di trasparenza e partecipazione.













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