trento

Spini, l’antica trattoria rinasce grazie al manager

Di proprietà da oltre un secolo dei Mattedi, l’osteria tipica ha riaperto. È al «Biancospino» e la gestisce Roberto Piancastelli, realizzando il suo sogno


di Sandra Mattei


TRENTO. E’ una delle trattorie più antiche di Trento: le cronache ne parlano dagli inizi dell’Ottocento. Si trova a Spini di Gardolo, ed anche se la posizione ora può apparire decentrata, all’epoca era strategica perché i commerci, prima dell’avvento della ferrovia, avvenivano in gran parte sulle rive dell’Adige. E Spini si trovava alla confluenza della valle dell’Avisio e dell’Adige. La leggenda vuole che addirittura Napoleone sostasse all’Osteria “degli Spini” nel 1796, dove avrebbe dato l’ordine di distruggere Lavis perché convinto che ci fossero dei ribelli e poi indotto a più miti consigli (vedi il libro sulle osterie trentine di Elio Fox) la salvò.

Ora che l’Adige è stato deviato e per le merci il trasporto avviene su strada e su ferrovia, Spini è comunque al centro della zona industriale, raggiunta ogni giorno da trasportatori e uomini d’affari. E di una trattoria si sente ancora il bisogno. Ecco che la riapertura dell’antica Trattoria del Santo (dal vecchio gestore Santo Mattedi, del quale narra la storica Barbara Gerlich)), oggi ribattezzata “Trattoria Biancospino”, è una buona notizia. L’ambiente è rimasto familiare, anche se il nuovo gestore ha fatto un notevole restyling.

Si tratta di Roberto Piancastelli, milanese di nascita ma naturalizzato trentino, che ha potuto aprire l’azienda grazie anche ai finanziamenti della Provincia che favorisce l’avviamento d’imprese sia di giovani sia di chi è espulso da mercato del lavoro. Piancastelli infatti era manager e consulente aziendale alle prese con bilanci e fatture, ma la crisi ha cambiato il suo destino.

Nel prendere in gestione la trattoria, Roberto Piancastelli confessa di avere realizzato una sua passione, grazie anche al sostegno delle figlie Silvia e Laura, che lavorano con lui. Sono sette i dipendenti al lavoro nella trattoria che ha un centinaio di coperti, tra i posti nelle tre sale interne e sotto la tettoia esterna. E per tenere viva la memoria della trattoria del Santo, nelle sale interne si possono ammirare delle belle foto d’epoca, mentre all’esterno in questi giorni d’estate è piacevole mangiare tra il verde, con l’ora del Garda che arriva puntuale nel primo pomeriggio.

Il locale ha aperto alla fine dell’anno scorso e gli affari sembrano andare bene. «Il menù -spiega Piancastelli - propone piatti con materie prime fresche e con prodotti a chilometro zero. Non mancano i piatti trentini, come il tortel di patate o gli gnocchetti allo speck, ma proponiamo anche piatti di pesce dall’impepata di cozze alla grigliata mista e, per chi ama la carne, l’Angus. Insomma cerchiamo di soddisfare tutti i gusti e, naturalmente, non possono mancare le pizze. Il nostro cuoco è Fabio Pedot e nel menù siamo stati consigliati dai fratelli Luca e Luigi Sforzellini, chef stellati».

A pranzo il ristorante offre pasti per chi è in pausa dal lavoro, mentre la sera l’offerta è più varia e può anche succedere di avere il sottofondo musicale. «Il mercoledì - precisa Piancaselli - proponiamo cucina spagnola, con la paella e Martin de La Cruz suona musica a tema, mentre il sabato spesso c’è il piano bar».













Scuola & Ricerca

In primo piano