Spaccio in città: dodici arresti

Due operazioni della mobile: in cella anche quattro trentini I gruppi gestivano lo smercio di coca, eroina e hashish


di Mara Deimichei


TRENTO. Una rete capillare di spaccio «al minuto» ma anche un’organizzazione in grado di gestire l’acquisto di grossi quantitativi di stupefacente. Da una parte una «multinazionale» (nel senso che fra gli arrestati ci sono tunisini, marocchini, trentini e una bulgara) dedita alla vendita di cocaina ed eroina. E dall’altra un gruppo di tunisini che si occupava per lo più di piazzare a Trento hashish un po’ di eroina. Due indagini distinte della squadra mobile che sono finite assieme e che hanno portato ad ottenere 17 ordinanze di custodia cautelare e a 12 arresti. Le cinque persone che mancano all’appello sono attivamente ricercate. «Indagini - ha sottolineato il procuratore capo Amato - che dimostrano come ci sia il controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine e che hanno dato un colpo importante al mercato della droga in città». La prima operazione seguita dallo Sco è partita a fine 2014 ed è stata denominata «Fersina» perché lungo il torrente era stato «inquadrato» il primo episodio di spaccio, ha scoperchiato un’associazione composta da 12 persone delle quali 8 sono già state raggiunte dall’ordinanza. Si tratta di Mourad Akili, 47 anni, tunisino senza fissa dimora, Marianna Pallanch, 25 anni di Trento, Daniele Bridi, 30 anni di Trento, Riccardo Sartori, 23 anni di Pergine, Mohamed Hamadi, tunisino, 30 anni, senza fissa dimora, Ali Sami, 36 anni, marocchino senza fissa dimora, Neli Stefanova Radeva, 30 anni, bulgara, Matteo Gottardi 32 anni di Trento. Tutti finiti in cella tranne Radeva alla quale sono stati concessi i domiciliari perché incinta. Per la polizia - le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore Ognibene - due i promotori, ossia Akili e Sami. A loro il compito di coordinare l’attività degli altri ma anche loro si sarebbero impegnati nello spaccio al minuto. La contestazione dell’associazione finalizzata allo spaccio è per tutti tranne che per Bridi e Sartori: le posizioni dei due si limitano all’accusa di spaccio.

Il gruppo avrebbe avuto buoni agganci a Milano dove andava per rifornirsi dello stupefacente. E avrebbero fatto acquisti importanti tanto che in un’occasione sono stati sequestrati dalla mobile un chilo e 200 grammi di cocaina e in un altro caso un chilo di eroina. Stupefacente che poi veniva tagliato e quindi piazzato a Trento. Con migliaia di cessioni che sono state monitorate dai poliziotti. Lavoro certosino quello degli investigatori che hanno lavorato sia sulle intercettazione e i pedinamenti che controllando e sentendo gli acquirenti in modo da poter costruire, mattone dopo mattone, il quadro accusatorio. Difficile definire le zone dello spaccio. Ci sono le classiche, da piazza Dante a piazza Santa Maria Maggiore, ma ci sono anche altri luoghi d’incontro per perfezionare una compravendita che magari veniva definita via telefono.

La seconda operazione, la «Belvedere» ha invece portato il carcere Bechir Mbarek 34 anni, tunisino, in Italia senza fissa dimora; Sami Nasri, 28 anni, tunisino senza fissa dimora; Karim Elkortli Karim, 34 anni, tunisino senza fissa dimora, Mahrez Soussi, 30 anni, tunisino residente a Trento in attesa di permesso di soggiorno per asilo politico. Loro avrebbero gestito in particolare lo spaccio di hashish ma non disdegnavano di trattare anche dell’eroina. Da oggi iniziano gli interrogatori e gli arrestati avranno la possibilità di contestare gli addebito che vengono mossi nei loro confronti.

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