IL CASO

“Somme non pagate”: il sindacato presenta ricorso contro Amazon per due “drivers” di Trento

Il Sindacato di base multicategoriale (Sbm) chiede straordinari e indennità di trasferta che non sarebbero stati versati (foto tema Ansa)



TRENTO. I legali del Sindacato di base multicategoriale (Sbm) ha depositato oggi al Tribunale di Trento un ricorso in favore di due ex autotrasportatori (drivers) della filiale Amazon di Trento per richiedere il riconoscimento delle spettanze economiche mai erogate o riconosciute in misura ridotta per il periodo lavorato.

Entrambi i lavoratori - a quanto riporta una nota del sindacato - erano stati assunti da un'agenzia interinale, la Atoa Srl, che aveva "affittato" i due lavoratori ad un'altra impresa, la Trasporti e spedizioni Abaco Srl, responsabile dei trasporti e delle consegne in loco per conto di Amazon.

A quanto specificato dall'associazione di categoria, entrambi i lavoratori avevano un contratto di lavoro part time su quattro giorni alla settimana ma le prestazioni di lavoro loro richieste superavano di molto i limiti contrattuali, talvolta 36 ore in più al mese rispetto a quanto pattuito. Inoltre non veniva loro riconosciuta l'indennità di trasferta, prevista dal contratto collettivo nazionale per il personale viaggiante.

Nel ricorso, in cui si chiede anche un risarcimento del danno per mancanza comunicazione dell'orario di lavoro, chiama in causa anche la società Amazon Italia transport in quanto committente e responsabile solidale assieme all'agenzia di somministrazione.













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