«Solo candidati M5S». Il diktat di Grillo taglia fuori i trentini

L’unico a poter essere in lista alle politiche viene da Pomezia. Il movimento locale si divide: «Questa non è democrazia»


di Chiara Bert


TRENTO. Le regole le decide il capo, in questo caso Beppe Grillo. E Grillo ha deciso che per essere candidati alle prossime elezioni politiche bisogna aver fatto parte almeno una volta di una lista del Movimento 5 stelle.Un tentativo di evitare infiltrazioni nelle liste da parte di persone interessate solo a salire sul carro vincente.

Ma le regole sulle candidature - dettate via web dal leader - per il Trentino hanno il sapore della beffa: qui infatti il Movimento 5 stelle ancora non c’è, la richiesta di certificazione è partita solo una settimana fa dal Meetup che si è costituito lo scorso maggio. Risultato? In base al decalogo di Grillo solo un iscritto al Meetup trentino ha le carte in regola per presentarsi alle elezioni: è Mario D’Alterio, 33 anni, tra i fondatori dell’associazione «Grilli Pometini» e già candidato nella lista del M5S di Pomezia (provincia di Roma), oggi residente a Pergine Valsugana.

Le liste per le politiche - ha stabilito Grillo - saranno formate con una sorta di primarie on line a cui potranno votare tutti coloro che al 30 novembre risultavano iscritti al movimento. Ma in Trentino l’unico votabile è appunto D’Alterio, già contattato dallo staff del movimento e prontissimo a scendere in campo.

Che si fa? Una lista con un solo candidato? Le regole dicono che nel caso in cui non ci siano sufficienti candidati per compilare una lista, verranno aggiunti gli esclusi dalle liste delle altre circoscrizioni, a partire da quelle più vicine. Nel caso del Trentino i candidati arriverebbero dunque in primis dal vicino Alto Adige. E se non basteranno si attingerà da altre regioni.

La notizia è piombata come una bomba e da tre giorni sul blog dei grillini trentini non si parla d’altro (ma l’animata discussione per la prima volta è stata oscurata, in barba alla trasparenza tanto cara al movimento). Filtro giusto e necessario o mancanza di democrazia? Gli iscritti si dividono.

«La creazione di filtri forti ci può consentire livelli minimi di rischi su scelte sbagliate», sostengono i primi, decisi ad adeguarsi alle regole stabilite e pronti a sostenere D’Alterio. Ma c’è anche chi contesta. Cristiano Zanella: «Come Trentino perdiamo la possibilità di avere chi ci rappresenti. Mi sembra un filtro che va contro i principi di democrazia diretta del movimento». Claudio Agnolin: «Cosa andrei a votare?Candidati già prestabiliti? Per me democrazia vuol dire che i candidati devono essere scelti dal basso e non dall’alto. Adesso nei gazebi raccontiamo questa barzelletta del nostro sistema di candidatura?». Filippo Degasperi: «Già le liste bloccate sono una vergogna, se noi diventiamo quelli dei “candidati bloccati” sicuramente non avremmo niente da ribattere a chi ci paragonerà alla Dc dei tempi d’oro che candidava Flaminio Piccoli ad Ischia. Queste imposizioni dei candidati rischiano di farci fare un flop, sarebbe un precedente pesantissimo in vista delle provinciali». Risponde il candidato in pectore D’Alterio: «Ho accettato di candidarmi per portare la voce del gruppo trentino dove riuscirà ad arrivare. Lo farò comunque, anche se voi siete dell’idea che solo un autoctono ne avrebbe diritto». In molti stanno chiedendo a Grillo di rivedere le regole sulle candidature. Si attende la risposta del capo.

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