Sloi, battaglia al Consiglio di Stato

Il Comune presenta appello contro la sentenza che ha dato ragione a Podini


Chiara Bert


TRENTO. Sulle aree inquinate di Trento Nord sarà battaglia anche in Consiglio di Stato. Il Comune ha infatti deciso di presentare appello contro la sentenza del Tar che ha dato ragione alla società Elma dell'imprenditore Podini, proprietaria di 23 mila metri quadrati a sud di Sloi e Carbochimica.

I giudici amministrativi hanno sentenziato che in presenza di siti contaminati, è legittimo che l'ente locale, con una variante urbanistica, oltre ai terreni da bonificare comprenda anche alcune delle aree attigue con l'obiettivo di riqualificare un comparto urbanisticamente omogeneo. Ma accogliendo il ricorso della Elma, il Tar ha anche stabilito che il divieto di edificazione fino al completamento della bonifica - vincolo imposto anche sui terreni di Podini - è ingiustificato perché in questo caso non siamo in presenza di aree inquinate come sono invece Sloi e Carbochimica.

Il Comune ha da sempre giustificato questa scelta con un «principio di precauzione», ritenendo che il grave inquinamento da piombo organico, mercurio e idrocarburi che interessa ex Sloi e Carbochimica non può considerarsi un problema isolato ma investe anche i terreni vicini. Secondo il Tar, questo principio di precauzione può sì subordinare le concessioni edilizie sui terreni Elma al progetto di bonifica, ma non può giustificare la decisione che sull'area non inquinata il piano attuativo sia subordinato alla completa bonifica delle aree contaminate.

Una vittoria per la Elma, che vuole sganciare il destino dei propri terreni da Sloi e Carbochimica, senza dover per forza attendere una bonifica che al momento è ancora indefinita nei tempi e nei costi.

Ma per l'amministrazione comunale la variante di Trento Nord è il frutto di un accordo blindato raggiunto con le minoranze e confermato in seconda adozione nonostante le perplessità avanzate dalla commissione urbanistica provinciale: bonifica totale non solo prima di posare un solo mattone a Trento Nord, ma anche prima di approvare il piano attuativo.

Per questa ragione la giunta Andreatta ha deciso di ricorrere in appello contro la sentenza del Tar, e lunedì ha affidato la propria difesa agli avvocati Paolo e Elena Stella Richter del Foro di Roma (15 mila euro le spese di causa). E gli stessi avvocati sono stati incaricati anche di resistere al ricorso in Consiglio di Stato: questa volta a presentare appello è il Consorzio di Bonifica e sviluppo di Trento Nord, che riunisce i proprietari di Sloi e Carbochimica. Mentre il Comune tratta con l'architetto Gregotti per raggiungere un accordo sul progetto urbanistico, i privati si tutelano e per il momento tengono aperta la battaglia legale.













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