bypass

Sloi, analisi sotto i binari e il rio Lavisotto

La Rete dei cittadini contro la circonvallazione contesta Facchin e Filippin: "Grazie ai 2 milioni da Roma si testerà un lotto fino a oggi ignorato"


Luca Marsilli


TRENTO. Due milioni, uno sul 2023 e uno sul 2024, stanziate nella manovra di bilancio nazionale per fare ulteriori analisi sui terreni di Trento Nord, aree ex Sloi e ex Carbochimica. Per il consigliere comunale Giuseppe Filippin, un modo per prendere altro tempo senza affrontare il problema vero: la bonifica. Per l’assessore comunale Ezio Facchin un supplemento di indagine che non può che essere utile, per aggiornare la conoscenza del sottosuolo e per estendere gli esami oltre l’area strettamente interessata dal futuro bypass ferroviario.

Paolo Zadra, portavoce della Rete dei cittadini, smentisce categoricamente le letture di entrambi. «In verità - dice Zadra - è vero l’opposto: le analisi compiute 20 anni fa interessavano le due aree distinte ex Sloi e ex Carbochimica. Ma nessuno ha mai indagato il sottosuolo tra le due ex industrie: la fascia con binari e Lavisotto che è proprio quella dove si scaverebbe per il bypass. E l’emendamento Ferrari Cattoi - del quale non possiamo che essere felici - questo finanzia: una analisi di terreni fino a oggi mai indagati. I risultati sono assolutamente decisivi: se, come siamo certi, anche quei terreni si riveleranno inquinati andranno aggiunti tempi e costi di bonifica che oggi non sono minimamente previsti nel progetto di Rfi. Quindi ben venga lo studio, che conferma un’altra cosa che diciamo da sempre: il progetto redatto in fretta e furia manca di elementi fondamentali di conoscenza delle condizioni dell’area dove si dovrebbe scavare fino a 21 metri di profondità. Dati indispensabili che andavano acquisiti prima di decidere, non certo adesso». 

Per il consigliere circoscrizionale ed ex presidente della circoscrizione Claudio Geat, tra i più acerrimi avversari del bypass, "il progetto di Ffi è condannato, si troverà piombo tetraetile ovunque". Mentre il sindaco Franco Ianeselli dice: "Bene che Roma inizi a ragionare su quell'area. Noi non avremo mai i 50 milioni per fare da soli la bonifica. Quel sito è considerato tra le emergenze ambientali nazionali".

 













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