Avio

«Signor orso, non venire a farmi visita»

Avio, con una lettera un giovane allevatore esprime la preoccupazione per l’incolumità sua e del suo gregge di capre



AVIO. «Signor orso, non venire a fare visita a me e alle mie caprette...». È una sorta di lettera che si conclude con un appello quella che ha scritto Davide Cavedine, un giovane allevatore di Avio che, con il risveglio dal letargo teme il ritorno dell’orso nella valle dei Molini, all’imbocco della strada che da Avio porta al monte Baldo, dove tiene il suo gregge.

«Con questa storia - esordisce Davide Cavedine nella sua lettera - si racconta la paura degli allevatori. Sono un ragazzo di 21 anni che vorrebbe fare di una passione la sua attività lavorativa: allevare capre. Purtroppo non sono figlio di allevatori, devo iniziare da zero, ho lavorato ed ho investito i miei risparmi, e pian piano riuscirei a realizzare il mio sogno se... non ci fosse l’orso. L’ho già incontrato l’autunno scorso quando è arrivato fino in paese e l’ho visto con i miei occhi. Notti passate in macchina vicino al recinto delle capre per paura che tornasse a fare il suo “spuntino di mezzanotte”. Non avevo e non ho ancora una stalla: e così dopo gli avvistamenti ho dovuto spostare le mie capre in paese, improvvisando un recinto provvisorio in un campo, finchè signor Orso (così lo scrive ndr) non se ne è andato in letargo. Ora siamo a marzo, il mese dei parti. Le 15 caprette potrebbero diventare 30 se... signor Orso non viene a farci visita...».

Con il risveglio dal letargo «inizia la paura che venga a fare razzia nel mio recinto: non serve che sbrani qualche bestia, basta che la spaventi per perdere i capretti che devono nascere... e di conseguenza il latte delle loro mamme. E così diventa tutto più difficile. Grazie signor Orso, grazie a chi ha portato l’orso. «Voi direte sono solo bestie, sì ma per me sono le mie bestie, sono il mio lavoro: provate solo a pensare se al posto di una capra uccisa ci fosse il vostro animale domestico, il vostro cane o gatto o cavallo … cosa provereste? Direste ancora era solo un cane?» si chiede Davide Cavedine.

In autunno l’orso è arrivato fino al paese «e non si è fatto nulla. Ora cosa si fa? Si deve aspettare che faccia danni maggiori? Deve fare del male a qualche persona? È giusto che noi proprietari di animali dobbiamo vivere con il pensiero che le nostre bestie non sono al sicuro e potrebbero diventare il pasto di un’altra bestia? La mungitura è sia la mattina che la sera, fuori è ancora notte…se viene a farmi visita l’orso mentre sono lì cosa faccio? Devo solo sperare che non succeda…» conclude il giovane allevatore.













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