SICUREZZAViaggio notturno in piazza DanteDonne con il cuore in gola

La notte a Trento è illuminata. Le vie del centro sono ricche di lampioni. Eppure Francesca Gerosa non si sente sicura. Lunedì scorso è stata inseguita da un uomo in piazza Dante: l’ha rincorsa, lei si è chiusa in macchina appena in tempo per vedere e sentire le mani di lui sul finestrino. «Sì, io ormai non ci penso più a muovermi da sola». E così l’abbiamo accompagnata. Tornando subito in piazza Dante.


Paolo Mantovan


La notte a Trento è illuminata. Le vie del centro sono ricche di lampioni. Eppure Francesca Gerosa non si sente sicura. Lunedì scorso è stata inseguita da un uomo in piazza Dante: l’ha rincorsa, lei si è chiusa in macchina appena in tempo per vedere e sentire le mani di lui sul finestrino. «Sì, io ormai non ci penso più a muovermi da sola». E così l’abbiamo accompagnata. Tornando subito in piazza Dante. Dove anche la consigliera provinciale Sara Ferrari, una sera ha tenuto stretto il cellulare in mano e ha chiesto al suo interlocutore di rimanere in conversazione con lei, perché mentre si avvicinava al palazzo della Regione, tutt’intorno si muoveva uno strano popolo della notte.
 Eppure la notte sembra così luminosa a Trento. «Ma la luce a che serve, poi? Lunedì sera ero in un punto illuminato, eppure quell’uomo non si è fermato». Francesca Gerosa, consigliera comunale della Lista Civica per Trento, ha denunciato il fatto in aula, durante il dibattito sul bilancio, promuovendo un ordine del giorno in cui chiede corsi gratuiti di autodifesa per donne. «Devo ammettere che c’è molta più luce di un tempo», dice mentre si guarda alle spalle in vicolo Galasso, «e corso Buonarroti, ad esempio, sembra illuminato a giorno. Ma sono i punti di collegamento che creano tantissimi problemi. Io non passerei mai, neppure se mi pagano diecimila euro, dal passaggio che collega il corso al cavalcavia. Mai, e poi mai».
 Francesca Gerosa accetta di farsi accompagnare in centro alle 22.30. All’incirca alla stessa ora in cui ha incontrato quell’uomo «che si dimenava, parlava in italiano, e poi, all’improvviso mi ha inseguito». Il viaggio nel centro è assolutamente tranquillo, non accade nulla. «Ma così non vale» dice Gerosa «Non sono sola».
 «È proprio questa la soluzione» spiega l’assessore provinciale Marta Dalmaso. «Io non vado mai in giro da sola a Trento di notte. Ma non andavo da sola neppure a Pergine. È una regola, per me. Deve sempre esserci qualcuno».
 La consigliera provinciale del Pd Sara Ferrari, invece, racconta qualche minuto di paura vissuto in piazza Dante e in via Brennero. Nulla rispetto a quanto accaduto a Francesca Gerosa. Ma è categorica. «Nel centro di Trento di notte io ho paura se sono sola. Per l’attività che svolgo a volte mi capita. E il panico mi viene quando ho la chiave dell’auto di riserva, quella non elettronica: si perde tempo a infilarla, sono decimi di secondo lunghissimi».
 Francesca Gerosa guarda l’orologio. «È passata un’ora da quando siamo in giro e non ho visto né un vigile, né un carabiniere, né un poliziotto». Sono le 23.30. In effetti non abbiamo incrociato le forze dell’ordine. «Ecco perché dico che il sindaco dovrebbe mettere più vigili sul campo. La loro presenza cambierebbe tutto. Darebbe più fiducia ai cittadini».
 Poi si passa nella zona dell’ospedale. «Guardate, guardate. Ma via Pasubio secondo voi è percorribile di notte?». Francesca Gerosa vede ombre ovunque. Ma si può capirla. E tantissime donne le hanno espresso solidarietà. «E alcune mi hanno pure raccontato degli episodi incresciosi. Come una signora che mi ha raccontato che perfino in pieno giorno, in via Brennero, è stata molestata da un uomo in bicicletta».
 Poi si passa da piazzetta Verzeri, ultima stazione di una piccola via crucis della notte.













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