Siamo lettori accaniti, divisi fra economia e trasgressione

Per Amazon conquistiamo la medaglia d’argento dietro Milano per le vendite Fra gli scaffali si cerca l’impegno ma piacciono molto anche le «sfumature»


di Paolo Piffer


TRENTO. In quanto a gusti letterari i trentini sembrerebbero oscillare tra un certo interesse per il futuro dei propri soldi (quelli che li hanno, nonostante la crisi, sono parecchi), l’andamento economico-finanziario e un non so che di “pruriginoso”. Un pendolo, tanto da evocare, simbolicamente, quel gran film che rimane «Signore e signori» di Pietro Germi che mette in piazza, a fronte di declamate pubbliche virtù, qualche vizietto del tutto privato facendo sollevare di sdegno, al tempo, la Marca trevigiana. Perché se da un lato i volumi di economia vanno per la maggiore dall’altro l’erotico bestseller «Cinquanta sfumature di grigio» dell’inglese E.L. James non è da meno. Sintesi, giocoforza ironica e con un sorriso sulle labbra, della classifica tra le 48 città italiane con almeno 100mila abitanti stilata dall’e-commerce mondiale Amazon che proietta il capoluogo al secondo posto nazionale, dopo Milano, per le vendite di libri di carta ma pure online tra il giugno 2012 e metà aprile scorso. Lasciando a distanza i cugini bolzanini che stazionano in un’anonima diciottesima posizione. Che in provincia si legga abbastanza, senz’altro di più, almeno percentualmente se non in termini assoluti, che in altre realtà del Paese, è dato acquisito, anche se la crisi generale ha inciso pure in questo settore e molti librai hanno subito contrazioni nelle vendite. Che gli orientamenti dominanti fossero questi ora lo mette nero su bianco Amazon. Detto del romanzo più venduto in città, tra i saggi che si occupano di business, affari e finanza al top stanno in due: «The Three Worlds of Welfare Capitalism» di Gosta Esping-Andersen (testo peraltro universitario mai tradotto in italiano, e qui qualche dubbio nasce spontaneo) e «Comunicare con twitter: creare relazioni, informarsi, lavorare» del giornalista Luca Conti . Ma anche nella sezione “non fiction” - i libri alla Saviano, tanto per intenderci - Trento sale sul secondo gradino del podio. Betty Bortolotti, che con Max Tonini dirige “Controvento” di via Galilei, ricorda che sì, in effetti, di «Cinquanta sfumature» l’anno scorso se ne erano vendute parecchie copie. «Però, che tristezza - aggiunge - Preferisco leggere buoni romanzi da consigliare. E per l’estate, se devo scegliere un romanzo da portarsi sotto l’ombrellone direi “Stoner” di John Williams. E’ la storia di un figlio di contadini che si laurea e diventa professore universitario. Una storia normale, la vita di un personaggio quasi anonimo, scritta molto bene».

Per Simone Berlanda dell’Ancora di via S.Croce «l’importante è leggere». «Non mi sorprende di certo - prosegue - che in Trentino si sia in cima alle classifiche di vendita, nonostante la crisi. Siamo un covo di lettori». Sul libro per l’estate non ha dubbi: «La morte dei caprioli belli» del ceco Ota Pavel, edito dal trentino Keller, sottile umorismo dell’est Europa. «Molti libri di economia? Avere una facoltà e un festival dedicati a questi temi - riflette Walter Imoscopi del “Papiro”- senz’altro incide. Lo scorso anno le “Cinquanta sfumature” sono state vendute molto. E, secondo me, anche online». L’inglese Francis Spufford de «L’ultima favola russa», racconto sull’Unione Sovietica tra anni Cinquanta e Sessanta, tra personaggi veri e di fantasia, è, per il libraio di via Grazioli, il romanzo da portarsi in vacanza.

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