Si separa per il gioco d'azzardo

Un impiegato chiede il divorzio perché la moglie perde alle slot machine



TRENTO. Non si perdono solo soldi. Le slot machine, il gioco d'azzardo non provocano solo danni materiali, ma rovinano le famiglie. Lo dimostra la storia di una coppia di Pergine. Lui impiegato pubblico cinquantenne, lei operaia con stipendio da poco più di mille euro al mese. Due figli, di cui uno adolescente gravamente malato, tanto da beneficiare di un'indennità di accompagnamento consistente. E un vizio che piano piano li ha divisi. Il vizio del gioco d'azzardo che si era impadronito della moglie. La donna aveva sempre avuto la passione del gioco. Non si perdeva un'estrazione del Lotto, giocava spesso al Superenalotto e non disdegnava neanche le scommesse sui cavalli.

Ma a rovinare lei e tutta la famiglia è stato l'avvento delle slot machine. Secondo il marito, l'operaia si giocava alle slot machine tutta l'indennità di accompagnamento destinata al figlio gravemente invalido e anche il suo sipendio. Così per la famiglia perginese al dramma del grave handicap del ragazzo si andava ad aggiungere il dramma del gioco d'azzardo. Lo stipendio del marito, meno di duemila euro al mese, bastava a malapena per soddisfare le necessità della famiglia. Le altre entrate, invece, erano ingoiate dal buco nero del vizio. La donna era arrivata a giocarsi 50 euro al giorno alle slot machine.

Era diventata come una droga. Per questo motivo il marito si è rivolto a un avvocato e ha chiesto la separazione con addebito alla moglie. Secondo l'uomo, la donna rischiava di gettare sul lastrico l'intera famiglia. Per questo il marito chiedeva l'affidamento di entrambi i figli. La vicenda giudiziaria è stata molto travagliata. Prima la coppia ha cercato un accordo, poi ha preferito la strada della separazione giudiziale.

Alla fine, però, il presidente del Tribunale ha ritenuto che anche l'uomo fosse preda del vizio del gioco d'azzardo. Per questo, ha deciso di affidare i figli alla madre. Non solo, l'uomo deve anche corrispondere alla donna 300 euro come assegno di mantenimento per il figlio malato, mentre l'altro figlio nel frattempo è diventato maggiorenne e lavora.Respinta, invece, la richiesta di un assegno di mantenimento avanzata dalla donna.













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