Sfida Dellai-Mellarini tra Patt e civiche

Primo confronto in val di Fiemme. E Gilmozzi avverte l’ex governatore: «Non mettiamo le uova nei nidi di altri»


di Michele Zadra


LAGO DI TESERO. E' interna ma, a quanto pare, anche esterna la sfida per la guida dell'Upt in vista del congresso del 23 gennaio. Oltre che tra Lorenzo Dellai e Tiziano Mellarini, il contendere sembra riguardare anche la coalizione provinciale, nella quale l'Upt vuole tornare a essere baricentro. Questo l'esito del primo confronto tra i due candidati alla segreteria, andato in scena venerdì sera a Lago di Tesero. Per Dellai «il momento di difficoltà generale e della politica in particolare, impone di pensare alla comunità trentina e non al partito. «Non conta chi guiderà l'Upt, ma il messaggio alle nostre comunità ed alla coalizione". Sulla quale Dellai non è stato tenero parlando di alleanza «che non versa in condizioni di floridezza» e che persegue un'azione di discontinuità col passato, basta pensare allo stallo delle comunità di valle. Ed ha concluso dicendo che il Trentino deve darsi un obiettivo 2040, come a livello nazionale, basato sul popolarismo e le sue aperture, sulla sua inquietudine costruttiva a scapito del localismo autonomista, invece verso comunità politiche sempre più ampie.

Mellarini si è detto d'accordo sulla necessità di un rilancio forte dell'azione politica dell'Upt, «che deve tornare baricentro della coalizione, che al di là dei limiti dei partner, è comunque l'unica praticabile». Per Mellarini però è pure importante ricucire il rapporto tra città e vallate che deve tornare al centro dell'agire politico e amministrativo su tanti temi come la globalizzazione, le migrazioni, la sicurezza, i giovani ed anche l'autonomia». Per Mellarini non bisogna «cedere spazio alle civiche» (sottolineatura non piaciuta palesemente a Dellai) ma proporre scelte politiche di alto livello che aprano nuovi orizzonti «anche prima del 2040». Ed ha concluso dicendo che, come nelle famiglie, anche nell'Upt c'è una «giusta discussione che però non deve portare a divisioni ma a crescere assieme». Nel dibattito successivo, per la verità scarno, due interventi appena, l’assessore Mauro Gilmozzi si è detto d'accordo sul fatto che in ballo non c'è solo il futuro dell'Upt ma di tutto il Trentino che deve fare i conti con un mondo cambiato con un progetto capace di capitalizzare al meglio questi cambiamenti ed anche di formare una nuova classe dirigente: «La buona politica non si studia ma si impara dal rapporto quotidiano coi cittadini e cercando di dare fiducia a tutti quelli che operano nel partito». Gilmozzi ha invitato i candidati a sfatare le paure che aleggiano nel partito, di chi, si dice, vuole tirare l'Upt verso gli autonomisti, o verso i riformisti: «Non dobbiamo mettere le uova in nidi altrui come fanno i cuculi e come fa qualcuno in Trentino». Repliche finali, di Mellarini per dire che idee e pensieri di Gilmozzi collimano, a conferma dell’asse tra i due assessori, e di Dellai per dire invece a chiare lettere che la sua candidatura non dà voce a paure ma vuole tornare a parlare di politica. La sfida è appena iniziata.













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