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Settimana bianca a sbafo: «debito» da 9 mila euro

Un gruppo di 30 persone ha soggiornato per una settimana in Primiero lasciando un «buco» importante. A giudizio per insolvenza un romano



TRENTO. La settimana bianca a fine febbraio in un hotel tre stelle, a pochi minuti dalla partenza degli impianti, se la sono goduta in trenta. Un soggiorno a San Martino di Castrozza che, però, è finito in tribunale. Con un uomo accusato di insolvenza fraudolenta visto che degli oltre 11 mila euro della fattura ne sono stati pagati - e non agilmente - appena 2 mila. Dove siano finiti i restanti 9 mila non è dato sapere visto che i clienti dell’albergo hanno spiegato alla direzione che la loro quota l’avevano pagata a chi organizzava per loro settimane bianche da anni. Ed è proprio quella persona, un romano di 51 anni, che è imputato.

Facciamo un passo indietro per ricostruire quanto ha portato al capo d’accusa. Dunque l’albergo di San Martino di Castrozza riceve la chiamata di un uomo (l’odierno imputato) che chiede di poter prenotare una settimana bianca per trenta persona. Il posto c’è, le stanze vengono assegnate e la struttura chiede un anticipo, una caparra da 100 euro a persona. Non c’è problema, viene risposto dall’altra parte del telefono, i soldi arriveranno quanto prima. Ma non c’è nessun bonifico.

Ossia ci sono dei «tentativi» ma nessuno va a buon fine. Il giorno fissato per l’arrivo, assieme alla comitiva arrivano anche 2 mila euro, la caparra un po’ più bassa. I giorni di soggiorno passano, tutti si divertono ma quando la vacanza è ormai agli sgoccioli, si pone di nuovo il problema del denaro. Un membro della comitiva spiega alla direzione dell’albergo che loro hanno già pagato ad un signore e che è sempre il famoso signore che ha raccolto tutto il denaro che deve saldare. Signore che ad un certo punto si presenta e tenta di pagare i 9 mila euro abbondanti che restano con una strisciata della carta di credito. Ma l’accredito viene rifiutato. Spiega di essere una persona affidabile, di essere un membro della guardia di finanza, di voler assolutamente pagare il tutto, ma di dover tornare a Roma per farlo.

E si dice disponibile a lasciare la sua auto come pegno. Si fanno le prime verifiche, il signore torna a Roma ma visto che la faccenda è finita in tribunale, il saldo tanto atteso non è mai arrivato. Ed è arrivata invece la denuncia dell’albergo. E domani l’accusa di insolvenza fraudolenta sarà discussa in un’aula di tribunale davanti al giudice Borrelli.

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