Serodoli, slitta a novembre la decisione del Parco

Giudicarie, Caola fa sapere che l’analisi di Agenda 21 non gli è stata consegnata La presidente Ballardini conferma: «Sui risultati ulteriori approfondimenti»


di Ettore Zini


GIUDICARIE. Slitterà a novembre la decisione su Serodoli. L’esecutivo del Parco Adamello Brenta non ha potuto ancora visionare i risultati della consulenza di Agenda 21. «Quindi – conferma il presidente Antonio Caola – fino a quella data, non ci sarà possibile portare la documentazione in Comitato di gestione». A dir il vero, a Strembo - nella sede del Parco - entro i primi di maggio, è prevista un’altra riunione di Comitato, ma finora non è pervenuto da parte della Comunità di Valle nessun “plico” contenente i risultati su Serodoli. «Anche se volessimo portare all’ordine del giorno quell’area – dice Caola – ormai non c’è più il tempo utile per esaminare i contenuti della ricerca». Alla domanda quanto c'è di vero sull'impegno della Comunità delle Giudicarie a consegnare i risultati di Agenda 21 entro il 14 di marzo, la risposta del responsabile del Parco è laconica: «La data era contenuta nel protocollo d’intesa sottoscritto dai due enti. E, se devo essere sincero, io sono a conoscenza solo di ciò che è stato pubblicato sui giornali e sul sito internet della Comunità». Di certo invece c’è una lettera vergata dalla presidente Patrizia Ballardini, recapitata a stretto giro di posta ai responsabili del Parco.

Dice che si rammarica del ritardo dovuto al fatto che si stanno facendo nuovi approfondimenti, prima di una decisione definitiva. Su Serodoli, insomma, si chiede tempo. «C’è necessità di valutare più attentamente i risultati di Agenda 21 – spiega la responsabile dell’esecutivo di Tione – anche perché l’analisi predisposta su Serodoli invece di semplificare le cose le ha complicate». Anche realizzando skilift e funicolari su quell’area di Madonna di Campiglio, spiega, non si risolvono i problemi di competitività della Ski Area campigliana. E se si vuole dare un futuro turistico all’Alta Rendena si deve ragionare in termini più espansionistici, collegandosi ad altri comprensori. Il concetto dunque è chiaro: Serodoli, per Agenda 21, è solo un pannicello caldo. Capace di dare respiro, non di risolvere, però, i problemi sciistici della val Rendena. Che, si badi bene, sono un tutt’uno con l’economia della valle.

«Sì, perché - afferma la presidente Ballardini – l’economia di tutta la valle è legata a doppio filo con gli altri comparti economici del bacino comprensoriale». Un po’ come quello che un tempo si diceva per la Fiat: «Se va bene la Fiat, va bene tutta l’Italia». Ecco quindi che la responsabile della giunta della Comunità, mette sul piatto la grande responsabilità politica di fronte ai cittadini giudicariesi. «Noi – dice – abbiamo l’obbligo di valutare, con scrupolo, tutti i risvolti della vicenda. Più tempo per riflettere e analizzare meglio il fascicolo di Agenda 21, è un passo obbligato. E’ una questione di responsabilità».

E la tutela ambientale? E la posizione espressa dal Parco? Proprio qui, sta il punto dolente. Il Parco potrà anche attendere fino a novembre, come ha anticipato il presidente Caola. Poi, il suo no sarà, comunque, obbligato. Tanto più che qui, anche se non lo si dice apertamente, l’intento è di rilanciare. Non di stralciare. Al vaglio c’è Serodoli. Ma anche Mondifrà, a rafforzare il collegamento con Folgarida, e Patascoss-Ritort per migliorare la connessione con Pinzolo. Per non parlare di mire espansionistiche verso altri comprensori, come ha già ventilato più di un membro di giunta.













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