Sequestrato il sito della truffe on line

Dopo la denuncia di un ragazzo trentino, l’indagine dei carabinieri che ha portato all’oscuramento dell’indirizzo


di Mara Deimichei


TRENTO. Nei vari blog specializzati in truffe on line da tempo si discuteva di come fosse possibile che quel sito specializzato in vendita di telefoni e elettronica in genere non fosse ancora chiuso visto che in tantissimi erano rimasti gabbati. E ora sono stati accontentati, grazie ai carabinieri della stazione di Cles che, partendo da un singolo caso, hanno scavato attorno a questo sito e lo hanno sequestrato. E le indagini vanno avanti anche per dare un volto e un nome ha chi c’era dietro al video e quindi ha chi ha intascato i soldi di tante persone. Persone che erano attirate dai prezzi bassi che proponeva il sito, prezzi decisamente inferiori a quelli dei concorrenti ma non abbastanza da rendere chiaro che non si trattava di nulla di diverso da una truffa on line.

Tutto inizia quando un ragazzo di Tassullo si presenta alla stazione carabinieri di Cles. Vuole presentare denuncia perché è stato truffato. Aveva infatti spedito 111 euro alla carta postepay indicata dal sito «clickmediaelettronica.it» (che fa riferimento ad un’azienda di Chieti) come pagamento per un cellulare. Cellulare che non è mai arrivato. Dal racconto del giovane partono le verifiche dei carabinieri. E da un particolare. Il codice fiscale collegato alla postepay indicata riportava, come lettera indicativa dello stato di nascita dell’intestatario, il riferimento alla Danimarca. Anche se il nome corrispondente era assolutamente italiano. E anche gli altri nomi che giravano attorno al sito risultavano essere tutti italiani nati in Danimarca. L’ipotesi è che si tratti di documenti falsi che sono stati anche utilizzati per acquistare da una società che opera in Sicilia (e che è assolutamente estranea all’intera vicenda) il dominio del loro sito. E sempre con i documenti falsi intascavano il denaro che arrivava dai loro «clienti».

Tutto il materiale raccolto è così servito per chiedere e ottenere dal magistrato il sequestro del sito in questione. E quindi ora se si digita l’indirizzo www.clickmediaelettronica.it si apre una schermata bianca in mezzo alla quale capeggia la scritta «stazione carabinieri di Cles, sito internet sottoposto a sequestro su disposizione del tribunale di Trento ufficio Gip». A quanto non esiste neppure la partita iva che veniva indicata sul sito e l’indirizzo «fisico» dà come indicazione del civico il numero 133 quando la via indicata è molto breve e quindi anche questo pare falso.

Difficile dire in quanti siano rimasti gabbati dal sito in questione anche perché in molti, magari, dopo essersi resi conto di aver perso 100 euro, hanno deciso di non sporgere denuncia e si sono limitati a non fare più acquisti a quell’indirizzo e a segnalare la loro brutta avventura sui blog specializzati. Magari ricevendo come risposta la testimonianza di chi non ha avuto problemi. Ma sorge il dubbio che si tratti di testimonianze rese da chi con quel sito faceva affari.

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