Sequestrati i conti dei quattro allievi 

Il gip sul professor Ricci: «Rischio di reiterazione del reato» Nelle mail (anche segrete) le prove raccolte dalla procura


di Andrea Selva


TRENTO. «Fatti gravi» scrive il giudice Marco La Ganga nella sua ordinanza. Tanto da proibire qualsiasi incarico pubblico al professor Mosé Ricci per 12 mesi, cioè il massimo possibile, tenendo conto - sostiene ancora il giudice per le indagini preliminari - del concreto rischio che il docente possa continuare nella sua condotta a favore di ricercatori e professionisti a lui vicini. Le somme in gioco invece non erano particolarmente importanti, ma ugualmente il giudice ha disposto il sequestro dei compensi sui conti correnti dei collaboratori indagati assieme al professore, per un totale di 18 mila euro.

Le date

In questa vicenda le date sono fondamentali: i bandi per i quattro incarichi professionali sono stati pubblicati a inizio agosto 2016, ma già nelle settimane precedenti nella casella email del professore c’erano messaggi diretti ai destinatari delle collaborazioni, con cui venivano definiti compensi e dettagli della posizione fiscale e contributiva dei professionisti interessati. In quei giorni veniva inoltre stabilito di organizzare una selezione solo per titoli, con eventuale colloquio.

La trattativa sul prezzo

Nel caso dell’architetto Alberto Birindelli si pone un problema economico: caro professore grazie, ma a queste condizioni non ce la faccio, fa sapere il professionista. Che fa capire che con 3 mila euro si potrebbe andare d’accordo... Così il compenso aumenta da 2 a 3 mila euro, anche perché il professor Ricci dimostra grande stima per Birindelli: «Il lavoro che hai fatto è stato eccellente (...) il rettore deve stanziare e stanzierà». E la settimana successiva il bando viene pubblicato con un compenso di 6 mila euro (lordi) per 2 mesi di lavoro e non 4 mila euro come si era pensato in un primo momento. Resta il problema sollevato dagli uffici amministrativi: «Professore come facciamo a giustificare l’aumento?». Risposta di Ricci: «La variazione di importo è dovuta all’alta professionalità richiesta».

I messaggi in copia nascosta

La Guardia di Finanza ha messo in evidenza che quando il professor Mosé Ricci inviava messaggi al rettore per informarlo della necessità di avviare queste collaborazioni metteva in copia nascosta anche i suoi collaboratori, in modo che fossero informati in tempo reale (ma segretamente) sulle trattative per i loro incarichi.

I candidati esclusi

Le selezioni organizzate nell’agosto del 2016 dal Dipartimento di ingegneria civile ambientale e meccanica per progettare la nuova mensa universitaria erano quattro. In due occasioni si sono presentati solo i candidati che erano in accordo con il professor Ricci, responsabile scientifico del progetto. In due occasioni invece si sono presentati anche due candidati diversi (rispetto alla persona contattata dal professore) che però hanno ottenuto punteggi molto inferiori rispetto ai due vincitori: «La selezione è stata fittizia - sono convinti gli investigatori della finanza - perché era già stato deciso chi dovesse vincere».

Il pericolo di reiterazione

La procura della Repubblica aveva chiesto per il professor Ricci gli arresti domiciliari, ma il giudice ha ritenuto sufficiente l’interdizione per 12 mesi dai pubblici uffici (il massimo previsto dalla legge). Nell’ordinanza viene evidenziato il rischio di nuove condotte irregolari con la segnalazione di “comportamenti della stessa specie di quelli già contestati”. In particolare viene citato un dottorato di ricerca a uno dei quattro allievi (che lavorerebbe anche a un progetto privato del docente) e un assegno di ricerca da 20 mila euro finito a un ex dottoranda del professore. Con il rischio - sostiene ancora la Guardia di Finanza - che un progetto finanziato con il fondo “Prg” per importi più elevati (145 mila euro) possa finire ad altri allievi del professor Ricci.

La difesa

Per i collaboratori del professore la notifica dell’inchiesta è stata un fulmine a ciel sereno. Tutti nuovi a questioni di giustizia stanno organizzando la propria difesa. Siamo nella fase delle indagini preliminari, tutte le accuse dovranno eventualmente essere provate e in tempi brevi gli indagati potrebbero rivolgersi al tribunale del riesame contro le misure interdittive stabilite dal giudice.













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