Senza fissa dimora, cresce il numero dei trentini in crisi

I dati allarmanti: a Trento sono più di 400 quelli che non hanno un tetto. La colpa? Matrimoni falliti o lavori persi


di Daniele Peretti


TRENTO. Sono più di 400, ma l'unica certezza è che il numero dei “senza dimora” è in costante aumento. Essendo una popolazione tendenzialmente invisibile, ma anche mobile è difficile tracciarne un identikit ed i pochi tratti che si possono ricavare, portano a riflessioni sociali allarmanti: il numero è ormai equivalente tra italiani e stranieri; la maggioranza sono uomini; quelli che hanno problemi di alcolismo o droga sono una minoranza ristretta; uomini e donne sono di età media e in età da lavoro; molti potrebbero lavorare ed avrebbero trovato un'occupazione, se solo potessero avere una casa. Ma senza la possibilità di farsi una doccia, avere un posto dove cambiarsi, o semplicemente poter dare un recapito, si resta disoccupati. A fornire questi dati è Cinzia, dell'associazione “Volontari di strada” che insieme a “Nuovamente” ha organizzato la “Notte dei senza dimora”, manifestazione nazionale, che dovrebbe coincidere col 17 ottobre, giornata mondiale della povertà, ma che in molte città è stata organizzata ieri notte. “ Il programma prevede il ritrovo dei volontari con la speranza che si aggreghino anche i senza dimora. “Si comincia con la distribuzione di the e panini, come normalmente facciamo, poi ci sarà musica e discussioni. Con questa manifestazione - prosegue - Cinzia inizia la campagna di raccolta di coperte e sacchi a pelo in previsione dell'emergenza freddo. Con ciò che ci porterà la gente, alcuni volontari passeranno la notte all'aperto.”

Lo scopo dell’iniziativa? “Quello di rendere visibili appunto i senza dimora, che lo sono sia per loro volontà, ma anche perché spesso si preferisce non vederli. Poi sensibilizzare la città nei confronti di un problema che ci coinvolge tutti.” Un giudizio sulle politiche sociali provinciali? “Buono a carattere generale, manca però una seconda soglia. Parlo - prosegue ancora Cinzia - della casa che è un diritto sancito dalla costituzione, ma che manca a livello di offerte ad affitto non tanto agevolato, quanto alla portata delle reali possibilità dei singoli. Se ci fosse questa disponibilità, potremmo recuperare tantissimi senza fissa dimora, che non trovano lavoro proprio perché non hanno una casa. A Trento, l'unico posto dove si può fare una doccia è il Punto d'Incontro, molti non vogliono andare al dormitorio e non hanno la possibilità di cambiarsi gli indumenti dopo l'ipotetica giornata di lavoro.” Torniamo ai caratteri generali di questa popolazione invisibile, che storie hanno alle spalle? “Spesso è una scelta di vita conseguenza diretta o di un matrimonio fallito o di un lavoro perso, per cui ci sarebbero anche delle potenzialità lavorative da sfruttare. Alcuni hanno anche frequentato dei corsi di recupero, senza esito positivo. Ma tutti sono alla ricerca della loro dignità, che proviamo a far ritrovare attraverso un lavoro di relazione, che nasce con la nostra azione in strada, col nostro arrivo periodico in piazza Dante a distribuire pasti e col nostro impegno a risolvere i loro problemi”.













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