Senso Comune: «Gios decida con chi stare» 

Il movimento che puntava sul professore come leader del cambiamento, deluso dalle sue scelte



TRENTO. Il movimento Senso Comune Trentino, spera ancora che negli scenari che si vanno prospettando in vista delle elezioni provinciali, ci sia ancora spazio un terzo polo di rottura con le vecchie culture politiche. L’appello di senso Comune Trentino è indirizzato a Geremia Gios, invocato come “capitano, mio capitano” attorno a cui poter far convergere anche i 5 Stelle «per realizzare quei cambiamenti che i trentini chiedono a gran voce».

Ma nel comunicato, Senso Comune Trentino vede con preoccupazione che i compagni di viaggio del professore potrebbero essere i vari Borga, Civettini, Kaswalder, Daldoss, nel qual caso, scrivono, «sarà stata sciupata un'occasione e non avrà più senso parlare di rivoluzioni, men che meno felici». Il riferimento è alla recente nota sottoscritta da Rodolfo Borga, Walter Kaswalter e, appunto, Geremia Gios, di una scelta di campo alternativa alla maggioranza di centro sinistra.

Il comunicato di Senso Comune Trentino chiarisce: «In questi giorni, il nostro movimento ha dato la disponibilità al professor Gios per dare vita a un terzo polo alternativo, libero e indipendente da visioni “a pacchetti” della politica, ma più vicino alla richiesta generale di una discontinuità netta».

E aggiunge che Gios sembrava «la guida giusta per una “Rivoluzione felice” – come la chiama Gios – disegnata sul territorio: dalla sobrietà della politica di montagna fino all'innovazione tecnologica indispensabile per realizzare le esigenze comunitarie. Un progetto di Trentino in cui si guarda ai prossimi vent'anni senza navigare a vista, in cui il tema del lavoro sia affrontato in modo effettivo (con i Piani di Lavoro Garantito e non con le mance o i corsi utili solo per emigrare), in cui il rapporto tra centro e periferia torni a essere un valore e non un legame di sudditanza, in cui l'autonomia sia legata al sistema cooperativo originario e ai suoi valori alternativi al profitto ad ogni costo». Poi si passa alla valutazione delle ultime esternazioni del professore: «Tuttavia, più il tempo passa e più si assiste al tradimento di questa esigenza popolare e al ritorno nell'alveo della vecchia manovalanza di palazzo, attenta a “cambiare tutto affinché nulla cambi”, senza rendersi conto della mutazione di fase avvenuta. Il litigioso Movimento 5 stelle, che poteva essere tra i protagonisti di questo rinnovamento, pare non abbia voglia di dimostrare concretamente la sua dichiarata diversità rispetto alla Lega, perdendo così un'occasione di governo a dir poco storica visto l'allinearsi di condizioni come leader, progetto, spazio politico e caduta del tabù alleanze. E il centro-destra, incapace e privo d'interesse a costruire un Trentino “rivoluzionario e felice”, si frega le mani, già pregustando la spartizione della torta». Per concludere: «I trentini stanno aspettando. Ma ci vuole coraggio».















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