«Sempre più roveretani in difficoltà»

L’appello del decano don Nicolli: uno stile di vita più sobrio per aiutare le persone vittime della crisi e della disoccupazione


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. La crisi economica colpisce sempre più i roveretani tanto che «ai nostri punti di distribuzione di vivere approdano, a differenza del recente passato, circa la metà di cittadini di Rovereto! Sono in aumento le situazioni di bisogno e di povertà e si sta accentuando la forbice di diseguaglianza sociale... Cosa possiamo fare di fronte a tutto questo?» si è chiesto il decano don Sergio Nicolli all’omelia della concelebrazione eucaristica in onore di Maria Ausiliatrice. Il tema della solidarietà, dell’aiuto alle persone in difficoltà che colpite dalla crisi economica hanno perso il posto del lavoro sono stati al centro dell’omelia di don Nicolli che ha voluto porre l’attenzione, anche sulla scelta delle letture, «sul difficile momento che la nostra gente sta vivendo a causa della congiuntura economica».

Sembra che «il peggio non sia ancora arrivato... questo significa, in concreto, famiglie che rimangono senza lavoro e quindi senza una fonte di sostentamento. Oltre alla restrizione di tipo economico le persone che rimangono senza lavoro sperimentano la condizione umiliante di chi si sente privato di un diritto essenziale ed escluso dalla costruzione del futuro proprio e quello della comunità. Non credo che i credenti - ha affermato il decano - possano limitarsi a guardare rassegnati e magari a ringraziare Dio quando questa sorte di trovarsi nella lista dei bisognoli non li tocca personalmente. Dobbiamo chiederci: cosa posso fare io, che ho un lavoro e uno stipendio, per la famiglia che vive accanto a me e che ha perso il lavoro e la fonte della sua sopravvivenza?

Don Nicolli cita il vescovo Gregorio di Nissa (vissuto in Cappadocia nel trecento) «per fare quel “passo indietro” nel nostro stile di vita che ci guarisca dal consumismo e ci fa ritrovare la libertà dell’essenziale. Dovremo attuare qualche iniziativa per una condivisione organizzata per venire incontro alle situazioni di povertà, dovremo aiutarci a crescere in una mentalità che ci liberi da un possesso geloso dei nostri beni...»

Parole condivise dal sindaco Andrea Miorandi che ha offerto, secondo tradizione, il cero votivo a Maria Ausiliatrice al termine di una lunga processione accompagnata dalla Musica cittadina Zandonai. «Bisogna recuperare quella sobrietà persa in tempi di consumismo sfrenato e illogico. Una Sobrietà che ci impone altri stili di vita, un accesso agli aiuti sociali, una politica che deve farsi carico di situazioni pesanti. In tempo di crisi dobbiamo imparare a fare meglio anche con meno...»

Oltre all’aspetto religioso, la ricorrenza del 5 agosto è stata una festa di tutta la città. Una grande festa con piazza Malfatti strapiena con oltre 2000 persone che non hanno voluto perdersi il concerto (apprezzatissimo ed applauditissimo) “Il nome di Maria nella tradizione musicale) con Antonella Ruggiero e il coro S. Ilario diretto da Antonio Pileggi. E per concludere la giornata di festa una lunga tavolata da via Rialto lungo piazza S. Marco, via della Terra fino quasi piazza Podestà ha vivacizzato il centro storico: centinaia di persone per una cena di condivisione offerta dall’amministrazione comunale con pasta e lenticchie cucinate dal circolo sardo e con le pietanze portate dai roveretani.

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