«Se mettono il Mepa qui finisce tutto» 

Nelle intercettazioni dell’inchiesta sulle mazzette in sanità la preoccupazione degli indagati per l’arrivo dei controlli



TRENTO. Gare d’appalto pilotate o totalmente inventate approfittando del sistema antiquato dell’Azienda sanitaria di Bolzano, spartizione dei guadagni illeciti, consulenze false per far vincere le ditte amiche, finte consulenze da 15 mila euro in cambio di un capitolato d’appalto compiacente. Non si facevano mancare nulla i sette arrestati da squadra mobile di Trento e carabinieri del Noe nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti pilotati all’Azienda sanitaria di Bolzano con le accuse che vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione aggravata, alla turbativa d’asta, alla frode in pubbliche forniture e fino alla rivelazione di segreti d’ufficio. Al centro dell’organizzazione c’era il trentino Angelo Allegretti che metteva in contatto i dipendenti degli ospedali di Merano, Roberto Lepore e Luca Antino, e di Bolzano, Andrea Cavallaro, con i fornitori Enrico Labella e Giorgio Celli di Roma e Mauro Ceron di Viadana. Tutti agli arresti domiciliari. Per Antino non c’è l’accusa di associazione a delinquere e nemmeno quella di rivelazione di segreti, ma l’accusa gli contesta anche di aver raggiunto l’accordo per ottenere una finta consulenza da 15 mila euro all’anno per tre anni in cambio di un capitolato che favorisse una ditta svizzera per la quale lavorava Allegretti. Nell’ordinanza del giudice Marco La Ganga vengono citate una trentina di gare pilotate. Il sistema si basava sul fatto che l’Azienda sanitaria di Bolzano non adotta il Mepa (mercato elettronico della pubblica amministrazione) per i propri acquisti, bensì si basa sull’antiquato sistema del preventivo più congruo. Questo ha portato conseguenze come le aste inventate e le mancate consegne. Si tratta di un fattore fondamentale per la banda tanto che Allegretti rivolto a Lepore dice: «Bobby anche perché dobbiamo accelerare, perché se un giorno inizieranno a mettere il Mepa anche da voi è finito tutto eh..finché vado in pensione sta roba qua si deve tirare avanti».Secondo gli investigatori, il dottor Luca Antino, medico presso il servizio farmaceutico dell’ospedale di Merano, averebbe avuto un ruolo centrale nel far aggiudicare alla ditta Heka di Ceron la gara d’appalto per la fornitura di due particelle per la farmacia dell’ospedale di Merano avvenuta nel 2015. Allegretti lo ha detto agli inquirenti: «So che il dottor Antino ha avuto un ruolo nel far vincere quella gara alla Hekamed e so che Ceron ha pagato Antino per questo favore. E’ stato Ceron personalmente a dirmi che aveva dato soldi ad Antino. Me lo disse più volte. Non si è parlato di cifre precise, ma so che una parte gliela doveva ancora dare. Antino una volta mi disse in modo molto aggressivo: “digli a quello stronzo che dobbiamo incontrarci” facendo riferimento a Ceron e io avevo capito che voleva vederlo perché ancora non aveva ancora ricevuto i soldi». Allegretti ha anche parlato dell’accordo con Antino: «Ammetto di aver concordato con lui che, se fosse andata bene una gara, gli avrei riconosciuto 15 mila euro all’anno mediante un contratto di consulenza. Si trattava di una gara alla quale doveva partecipare la ditta svizzera Codan con la quale lavoravo moltissimo».













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