Scuola, doccia gelata sui docenti precari: solo 337 assunzioni

Dovevano essere 500, ma molte graduatorie sono esaurite E i 200 pensionamenti stimati dalla giunta saranno la metà



TRENTO. Dovevano essere circa 500, ma alla fine l’asticella si è collocata molto più in basso. Saranno infatti “solo” 337 i docenti precari che verranno immessi in ruolo dalla Provincia, in seguito alla modifica del contratto del personale scuola, con i sindacati attesi alla sigla proprio stamane davanti all’Apran. Ieri infatti al Dipartimento della conoscenza i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil (benché quest’ultima non abbia sottoscritto il protocollo) sono stati informati circa i numeri effettivi delle assunzioni. Una cifra inattesa: appunto 337, frutto dell’elaborazione delle cosiddette Dops (le Dotazioni organiche del personale speciale) e dell’approvazione dei criteri per le immissioni in ruolo, entrambi provvedimenti licenziati nei giorni scorsi dalla giunta. Una doccia fredda per i sindacati, benché si tratti di numeri su cui forse è ancora possibile operare qualche “rinforzo”: questa almeno la richiesta di Cgil e Cisl, presenti ieri all’incontro rispettivamente con Gloria Bertoldi e Stefania Galli.

Diverse le ragioni che spiegano quella cifra, 337, tanto distante dalle 500 assunzioni in cambio delle quali, va ricordato, la Provincia ha ottenuto dai sindacati significative disponibilità in termini di modifiche degli orari: tra l’altro, il recupero della flessibilità nelle attività con e per gli studenti mediante l’unificazione delle ore destinate alle attività collegiali funzionali all’insegnamento e alle attività di potenziamento formativo in un unico monte ore di 120. Inoltre, la riorganizzazione dell’attività di vigilanza mensa nella scuola secondaria di primo grado, che potrà - con l’anno scolastico 2015/2016 - essere resa al di fuori della didattica frontale dei docenti. Ragioni diverse, si diceva, ma la principale è la drastica diminuzione, rispetto ai circa 200 preventivati, dei docenti destinati ad andare in pensione: saranno invece più o meno la metà, e tale circostanza da sola spiega in buona parte la distanza che divide le 337 immissioni dalle 500 ipotizzate. Ancora, la constatazione che per molti classi di concorso le graduatorie risultano esaurite: per questi profili si dovranno dunque allestire altri bandi. Infine, la diminuzione degli iscritti alle scuole medie (oltre 200): il che comporta un parallelo calo dei docenti necessari. Come detto, a fare la differenza sono però soprattutto i circa 100 pensionamenti in meno: non a caso i sindacati si erano presentati all’incontro stimando le immissioni in 450 mo poco meno. È insomma evidente che buona parte di chi ne avrebbe la possibilità, invece di ritirarsi preferisce proseguire nell’insegnamento: elementari ragionamenti pratici circa la differenza tra stipendi e trattamenti previdenziali, in tempi di crisi come gli attuali, devono aver giocato non poco.

«L’amministrazione può ancora fare qualcosa per avvicinarsi il più possibile a quei 500: confido che lo faccia», commenta Stefania Galli della Cisl, indicando comunque in 450 l’obiettivo finale e confermando che stamane non mancherà comunque la firma della propria organizzazione in calce al contratto. Lo stesso garantisce Gloria Bertoldi della Cgil, che pure non nasconde l’amarezza per la brutta sorpresa ricevuta ieri mattina: «Sì, confesso che siamo rimasti spiazzati perché ci aspettavano di più - afferma - mi auguro che davanti all’Apran la Provincia ci possa rendicontare nel dettaglio come si è arrivati a tale cifra».













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