Scandalo mele, in tre verso il processo

Chiuse le indagini sull’operazione “Apple Pie” della Finanza. Indagati Mauro Coser, Armando Paoli e Franco Waldner



TRENTO. Si chiamava «Apple Pie» l’operazione condotta dal Nucleo Tributario della Guardia di Finanza di Trento che, lo scorso dicembre, ha inferto un colpo terribile all’immagine del prodotto forse più conosciuto del Trentino: la mela. Ora, nella persona del sostituto procuratore Marco Gallina, la Procura di Trento ha concluso le indagini e iscritto tre persone sul registro degli indagati, cui la notifica del 415 bis è arrivata nelle scorse ore. Si tratta di Mauro Coser, 54 anni di Aldeno, presidente del consiglio di amministrazione della cooperativa Sft di Aldeno, amministratore unico dell’Op Consorzio Valli Trentine e fino al 2012 presidente del Conszorzio La Trentina, di Armando Paoli, 51 anni di Campodenno, direttore amministrativo, responsabile commerciale della Sft e fino al 2012 membro dell’organo commerciale de La Trentina, e di Franco Waldner, 55 anni di Mezzolombardo, mediatore e commerciante all’ingrosso. Inizialmente anche altre due persone erano finite sotto la lente delle Fiamme Gialle, ma la loro posizione è stata stralciata dall’accusa. Al centro dell’indagine il Consorzio delle Valli Trentine, costituito nel 2013 scorso dalla cooperativa Sft di Aldeno, colosso con 541 soci e un fatturato di 14 milioni, con sei produttori privati dopo la sua uscita dal Consorzio La Trentina. Agli indagati la Procura contesta reati molto pesanti: si va dalla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche al falso ideologico, dalla frode in commercio alla vendita di prodotti con contrassegni mendaci. Si parte dal riconoscimento di OP, sigla che sta per organizzazione di produttori, conferito dalla Provincia nel novembre del 2013. Per ottenere la qualifica di OP, e quindi anche i sostanziosi contributi europei , sono necessari una serie di requisiti. Tra questi, il più importante è quello di avere un prodotto conferito dai soci del valore di almeno 20 milioni di euro. Ma secondo Finanza e Procura molti produttori che portano le mele al Consorzio Valli Trentine non sarebbero soci, ma semplici conferitori. In altre parole, sarebbero soggetti che vendono mele al consorzio senza farne parte. Questo violerebbe proprio le norme sia quelle italiane che quelle dell'Unione europea in materia di costituzione di OP dal momento che l'aggregazione di soggetti produttori sarebbe solo fittizia. Il Consorzio Valli Trentine non avrebbe avuto diritto alla qualifica di OP e quindi nemmeno ai contributi. L’accusa, infine, ritiene che la Sft e il Consorzio Valli Trentino abbiano venduto mele come biologiche mentre in realtà non lo erano affatto. Sospetto sorto perché il Consorzio comprava mele definite bio da mediatori che a sua volta le acquistavano da produttori che non avevano la relativa certificazione. Per la Procura, tra il 2011 e il 2013 ne sarebbero stati commercializzati ben 407.892 chili. Per questo viene ipotizzata la frode in commercio. Secondo la Procura, inoltre, il Consorzio acquistava mele da produttori anche fuori dal Trentino e poi venissero commercializzate con il bollino che indicava il Trentino come territorio di provenienza. Tra il 2011 e il 2013 ne sarebbero stati commercializzati 482.254 chili. Per questo viene ipotizzato il reato di vendita di prodotti con contrassegni mendaci.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano