la polemica

Saone, dopo la polemica il coniglio finisce in tavola

Tutto il paese, sindaco compreso, alla cena in risposta al blitz degli animalisti: «La legge provinciale non vieta i giochi con gli animali da allevamento»


di Ettore Zini


SAONE. C’era pure il sindaco con tutta la giunta alla risposta di Saone al blitz animalista per il gioco del coniglio. Gioco vietato da una legge provinciale del 2012, a tutela degli animali. «Non hanno avuto successo con gli orsi e se la sono presa con i conigli». Il coro era unanime. Intanto, l’ intero paese ha festeggiato a polenta e coniglio “l’affronto” fatto alla sagra di San Giovanni. Dove, tutti gli anni, il protagonista è lui: mister rabbit. Per dirla alla saonese: el cunèl.

Ogni anno alla festa della piccola frazione di Tione, dove tutti si danno del tu e sanno tutto di tutti, il clou della giornata è proprio il gioco con il mite divoratore di carote. Niente di cruento, spiegano. «Mica facciamo il tiro al coniglio, o altre corbellerie che potrebbero nuocere agli animali». Un gioco dove l’animale d’allevamento è il protagonista. I partecipanti puntano sul loro “campione”. Devono indovinare il numero della “tana”, che la bestiola andrà a scegliere. Chi ci azzecca si porta a casa la bestiola. Non si sa se per metterla in pentola o per tenerla come animale da compagnia.

Domenica scorsa a turbare la giornata è arrivato un gruppetto di animalisti reduci, secondo alcuni, dalla manifestazione pro Daniza (altri però puntano il dito contro la consigliera di minoranza Emanuela Giacomuzzi, che di mattina aveva messo gli organizzatori sull’avviso che il gioco era illegale). Gli amanti degli animali, cinque in tutto, se la sono presa con gli organizzatori della sagra. Al seguito, avevano carabinieri e vigili urbani. E c’è pure scappato qualche spintone. Alla fine il gioco è stato sospeso. E i conigli riconsegnati ai proprietari. Mercoledì sera, la goliardica e un po’ provocatoria risposta del paese che ha organizzato una festa con tanto di invito, via web, a base – e ti pareva - di polenta e coniglio. Vi hanno partecipato 140 persone. Tutto gratuito. Il piatto, preparato dai cuochi con una ricetta del tutto speciale, ha trovato il gradimento anche del sindaco Mattia Gottardi e della giunta al completo che non ha voluto mancare di portare la sua “solidarietà”, è il caso di dirlo “un po’ pelosa”, agli organizzatori. «Ottimi sia polenta che coniglio». E c’è pure chi, dopo il bis, ha fatto il tris. Ciliegina sulla torta, la notizia - o più opportunamente la convinzione - che, ad aver preso un granchio, o meglio ad aver tirato fuori il coniglio dal cilindro sbagliato, erano stati proprio gli animalisti.

La legge che vieta giochi con animali, dicevano alla festa (il riferimento era alla legge 6/2006, ma nella fattispecie l’interpretazione è controversa), riguarda solo quelli d’affezione. E non quelli da ingrasso utilizzati dal comitato.

«Abbiamo chiesto pareri legali - ha detto Simone Marchiori, uno degli organizzatori della sagra, consigliere della Comunità delle Giudicarie e responsabile provinciale Giovani Patt - e il gioco era perfettamente legale».

La tradizione dunque è salva? L’anno prossimo, a Saone, il principe della sagra sarà ancora lui: il coniglio? E’ presto per dirlo. Intanto però “l’inconveniente” è stato motivo per far mettere le gambe sotto il tavolo a tutto il paese, e di prolungare d’un giorno i festeggiamenti. E sarà stata l’allegria della festa, ma lì, di abitanti di Saone con le orecchie basse, non ce n’era manco uno.













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