Santa Chiara, al suo posto una piazza, verde e servizi

Il presidente della Circoscrizione Lombardo: «Io sono per l’abbattimento conservando solo le palazzine nuove». No secco al centro acquatico


di Luca Marognoli


TRENTO. Una piazza, spazi verdi e servizi. Quando l'ospedale Santa Chiara lascerà l'attuale sedime, la circoscrizione Oltrefersina vorrebbe che scomparisse anche il suo ingombrante involucro, che (nonostante la sua efficacia funzionale in campo sanitario che non avrebbe reso necessario di per sè una dismissione) effettivamente poco si confà con un quartiere residenziale.

La trasformazioni urbanistica dell'area, di quasi 6 ettari, sarà una partita urbanistica di grande rilievo e il quartiere vuole essere presente nella “stanza dei bottoni” di chi ne deciderà il futuro. In questa direzione si sta muovendo il presidente Emanuele Lombardo: «Dopo le uscite da parte di professionisti, urbanisti, e politici, nei mesi scorsi - afferma -, ho scritto un'e-mail al sindaco in cui chiedevo che nel caso fosse istituito un tavolo di lavoro sull' “ex ospedale” fosse chiamato anche un rappresentante della Circoscrizione. Da anni nelle priorità di bilancio invochiamo un concorso di idee per capire cosa andare ad inserire in quelle volumetrie. Il sindaco ha aderito volentieri, asserendo che è giusto che il territorio faccia parte di questo tavolo, che è di competenza della Provincia. Il presidente Pacher mi ha riferito però che è opportuno che se ne occupi l'amministrazione che si insedierà dopo le elezioni».

La circoscrizione sembra avere le idee chiare sulle funzioni da inserire nel grande spazio che si libererà: «Su questo ci vorremmo confrontare: ci piacerebbe che il quartiere della Bolghera riprendesse in qualche modo l'architettura di quando è nato. Le attuali volumetrie non hanno senso, anche se mi rendo conto che la Provincia voglia realizzare qualche euro, visto i tempi che corrono».

Lombardo dice «no a forti residenzialità perché sconvolgerebbero gli equilibri abitativi del quartiere, nato con un’altra concezione». «Non vedrei male invece – aggiunge il presidente – degli spazi verdi a contatto con i residenti, perché il parco di Gocciadoro è vicino per modo di dire dato che la parte bassa del quartiere non ce l'ha affatto a portata di mano». L'opzione preferita è, quindi, un potenziamento dei servizi: «Realizzare una piazza, un'area per i più piccoli (questo è l'unico quartiere che non ha un parco per fare giocare i bambini), magari anche una Rsa, visto che non si vogliono collocare in collina».

Tutto ciò presuppone una tabula rasa dell'attuale struttura ospedaliera. «Sì, io sono per l'abbattimento», precisa Lombardo. «Si potrebbero conservare le palazzine più recenti, ma va data una bella sfoltita, anche se è questo un mio auspicio personale».

Nessun dubbio su cosa non dovrebbe mai approdare nei 6 ettari. «Vanno escluse le attività attrattrici di traffico, altrimenti si rischiano di vanificare i benefici derivanti dall'introduzione recente degli stalli blu. Qualcuno aveva parlato di un centro acquatico: io credo che quel tipo di attività non può essere inserito nel cuore della città. Leggo che le caserme a Mattarello non si faranno: potrebbero realizzarlo lì...».

Nel nuovo contesto urbanistico - conclude il presidente - «sarebbe anche un bene se si aprisse qualche nuova attività di vicinato, che avrebbe la funzione di tenere vivo il quartiere».

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