San Cristoforo, sabato notte da far west

Ancora vandalismi e schiamazzi: 80 ragazzi identificati da carabinieri e vigili. Una residente: «Qui è terra di nessuno»


di Roberto Gerola


PERGINE. Anche una ragazzina colta da malore mentre (sul treno) stava tornando a casa, nel bilancio dell’ultimo fine settimana in merito agli sballi del sabato sera (Molo 11, a San Cristoforo). Era sul primo treno giunto da Trento e diretto a Borgo. E’ stata soccorsa dai carabinieri e dal 118.

Un bilancio ancora una volta dai contenuti classici: vandalismi, bottiglie rotte un po’ ovunque, ma anche l’intervento delle forze dell’ordine con un’operazione congiunta tra carabinieri e polizia locale. Per la polizia locale, una decina di ragazzini minorenni identificati, un maggiorenne sanzionato per ubriachezza molesta. E’ stato identificato e appunto multato mentre ubriaco era seduti su una panchina. Da parte dei carabinieri, si parla di una settantina di ragazzini identificati. I danni accertati riguardano la casetta dei servizi che il Comune ha realizzato sulla spiaggia libera lungo via dei Pescatori.

Gli episodi del sabato sera hanno trovato riscontro in una lettera inviata al Trentino. A scriverci è la dottoressa Giovanna Covi. «Non se parla più e magari si crede che le scorribande notturne (fino alle 6 del mattino) sulle spiagge di San Cristoforo siano cessate. Purtroppo no, anche se noi residenti siamo ormai rassegnati alla volontà politica di non affrontare il problema. Ogni volta che la discoteca del Lido ha un programma per minorenni si ripetono comportamenti davvero fuori da qualsiasi regola e limite di sicurezza. Dispiace per chi tiene pulite le spiagge anche fuori stagione e regolarmente si trova al mattino a spazzare strade coperte di vetri e riempire sacchi di bottiglie di superalcolici, lattine, rifiuti di ogni genere. Dispiace sprecare denaro pubblico per pulizie riparazioni che potrebbero essere evitate. Dispiace uscire di casa con l’ansia di scoprire che qualcuno potrebbe essere stato male e non essere stato soccorso in tempo. L’altra mattina c’erano i vetri dei bagni pubblici infranti, le solite dozzine di bottiglie e lattine, e abiti, documenti, anche un portafogli, sparsi in giro. Chiamati i vigili, si sono presi i documenti e persino la cura di stendere gli abiti sulla staccionata, per facilitare il lavoro a chi pulisce. Che dire? A loro, certamente grazie. Al sindaco di Pergine si chiederebbe invece di più: controlli regolari delle forze dell’ordine per prevenire i danni alle cose pubbliche, i rischi alle persone, il passaggio di automobili su una strada interdetta ai non residenti. Si chiederebbero azioni che dicano inequivocabilmente che la zona che si affaccia sul maggiore lago del Trentino è proprietà (orgogliosamente custodita) del Comune di Pergine, non terra di nessuno. E’ chiedere troppo? ».

C’eravamo occupati più volte della situazione denunciata. L’ultima volta un mese fa per un’analoga scorribanda notturna. Ma anche prima. Ed anche in sede consiliare a Pergine si era discusso del problema, un problema che ha generato l’istituzione di una commissione per la sicurezza che dovrebbe occuparsene.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano