l'astronauta

Samantha diventa Astromamma: ecco Amal

La Cristoforetti ha dato alla luce una bimba a Colonia, sede dell’Agenzia spaziale europea. Il suo nome significa speranza


di Luca Marognoli


TRENTO. Kelsey, come coraggiosa. Amal, come speranza. Due nomi nei quali è racchiuso tutto lo spirito della mamma, Samantha Cristoforetti. L’astronauta trentina ha dato alla luce la sua primogenita a Colonia, alla fine di novembre, ma ha protetto il suo segreto gelosamente, come la sua creatura, fino a ieri, quando la notizia è trapelata. Nella città tedesca, sede dell'Agenzia spaziale europea, l’hanno raggiunta i genitori Sergio e Antonella, pensionati, un tempo proprietari del Liberty Hotel di Malè e ora residenti a Lazise. Al suo fianco il compagno, Lionel Ferra, di professione istruttore di astronauti.

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Per l’ufficiale pilota Cristoforetti, nata a Milano il 26 aprile 1977 ma con solide radici in Val di Sole, dove è cresciuta, è iniziata una nuova missione. E c’è chi, da quando in settembre si era diffusa la voce che fosse incinta, l’ha subito ribattezzata “Astromamma”.

Una mamma molto speciale. Coraggiosa come un'esploratrice, fredda come un ingegnere, ligia al dovere come un soldato. Comunicatrice 2.0, capace di spiegare - con l'immediatezza dei social - le leggi della fisica applicata ma anche di portare noi "terrestri" con lei nella quotidianità speciale dello spazio. Samantha Cristoforetti si è immersa, prima donna al mondo a restare in orbita per 199 giorni, nell'immensità del cosmo, voltandosi indietro per ammirare la sua, la nostra, terra così piccola e lontana dall'oblò della Sojuz, la sua camera con vista a 5 (milioni di) stelle. Un po' scienziata, un po' sognatrice. Così eccezionale e così normale. Ma alzi la mano chi, vedendola stretta nelle uniformi e tute spaziali, abbia mai pensato a lei come a una mamma. Eppure oggi ci dicono che Astrosamantha ha dato alla luce una splendida bimba. La donna delle stelle, dopo essere tornata sulla terra, è partita per un altro viaggio meraviglioso e non meno misterioso.

Alla ricerca del senso della vita. «Pensare che le condizioni per la vita si siano sviluppate soltanto qui - diceva in un'intervista di tre anni fa - mi pare come minimo altamente improbabile. La nostra grande avventura è scoprire se è veramente così». Anche il compagno Lionel, quando lei era in orbita, le aveva parlato dalla Terra chiedendole con affetto se lassù avesse trovato la risposta alle “domande sul senso della vita”. Un quesito che in realtà era una citazione di "Guida galattica per autostoppisti", uno dei libri preferiti di Samantha Cristoforetti. Mentre in tv, manco a dirlo, seguiva avidamente la saga di Star Trek.

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Strano, la immaginavamo già pronta a risalire su una navetta lanciata da un razzo oltre l'atmosfera, ma la ritroveremo presto alle prese con biberon e omogeneizzati (simili a quelli che ingurgitava lei lassù?).

Più umana forse, certo non meno straordinaria. Perché "Sam" è una donna fortunata: nessuna come lei ha avuto l'opportunità di avvicinarsi così tanto al segreto della nostra nascita, come "figli delle stelle" (che siano le particelle primitive nate dal Big Bang o universi nascosti e ancora da scoprire) e di essere essa stessa origine di vita. Ieri guardando il suo mondo da quell'oblò lontano, oggi mettendo al mondo un'altra piccola donna che domani, come lei, guarderà il cielo cercando risposte nelle stelle.

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