Sala del commiato, partiti i lavori

Ospiterà i funerali laici con accanto il giardino dove disperdere le ceneri. L’assessore Tomasi: tavolo di lavoro tra le religioni


di Luca Marognoli


TRENTO. Sono già entrate in azione le ruspe, al cimitero di Trento, per realizzare la sala del commiato dove celebrare i funerali laici e il giardino delle rimembranze, dove disperdere le ceneri dei defunti. I lavori, annunciati per l’inizio di gennaio, sono partiti in questi giorni, con un ritardo di circa due mesi. La prima fase consiste nella bonifica bellica dell’area, con l’esecuzione di una serie di carotaggi per intercettare l’eventuale presenza di bombe: se tutto andrà come previsto, dovrebbero bastare pochi giorni, ma l’incognita di ritrovamenti è sempre presente. Ieri erano presenti sul posto i tecnici del Comune: si sta intervenendo nella parte sud-ovest del cimitero, quella dove si trova il parcheggio, che è stato infatti ridotto nella sua capienza.

La fase immediatamente successiva sarà la realizzazione della struttura, del costo di circa 2 milioni, che sarà conclusa in meno di due anni. Il giardino delle rimembranze troverà posto nell’area a verde confinante, anch’essa in parte dissodata e recintata dalla ditta che esegue i lavori, delimitata dalle mura di alcuni padiglioni che ospitano loculi.

Oggi le cerimonie laiche si tengono sulla scalinata delle camere mortuarie: un luogo che l’assessore Renato Tomasi ritiene non decoroso. Il Comune ha istituito un tavolo di concertazione con le diverse confessioni religiose per l’elaborazione di una carta etica per la gestione dell’impianto crematorio (i cui lavori partiranno tra pochi mesi). Alla prima seduta hanno partecipato Alessandra Zanin per l’Azienda sanitaria (Dipartimento prevenzione), Laura Marinelli del Consorzio dei Comuni, monsignor Giulio Viviani per la Curia, Carlo Cristellotti ed Enrico Bortolamedi per la Socrem, Giovanni Caciolli della Federcofit (Federazione comparto funerario), Franco Chini dell’Amnu di Pergine, Giorgio Zambarda delle Onoranze funebri ledrensi, Mattia Zambarda delle Onoranze funebri Ser.Cim., il dirigente dei servizi funerari del Comune di Trento Carmelo Passalacqua.

«Attualmente dopo il funerale, la salma viene mandata a Mantova ogni lunedì e giovedì. Nessuno la accompagna dei parenti e passa una settimana prima del ritorno delle ceneri: la ferita rimane aperta più a lungo. L’idea, quando avremo il crematorio, è di fare una cerimonia a seguire: dopo il funerale, sono necessari solo 70 minuti per la cremazione e nel frattempo parenti e conoscenti del defunto potranno incontrarsi in una sala dedicata, dove bere il caffè e mangiare qualcosa assieme. Seguirà la consegna delle ceneri, che si potranno portare nel loculo assegnato o disperdere nel giardino delle rimembranze. Portare l’urna a casa? In Francia lo hanno fatto ma ora lo sconsigliano perché, dicono, non si elabora il distacco».

Il confronto fra le religioni ha lo scopo di trovare regole comuni. «La Chiesa consente la dispersione delle ceneri purché il terreno sia consacrato», spiega l’assessore Tomasi. «Non è potuto intervenire l’imam Breigheche. Mi ha informato che normalmente la cremazione non si fa ma non sono contrari se qualcuno deciderà di ricorrervi».

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