S. Maria, guide turistiche  allarmate per la chiusura 

La presidente dell’Associazione scrive al sindaco e chiede di risolvere il degrado «Un grave danno non poter visitare la basilica per motivi di sicurezza»



TRENTO. La clamorosa decisione del parroco di Santa Maria Maggiore, don Andrea Decarli, di chiudere dopo mezzogiorno la basilica «causa continue intrusioni a scopo di furto e danneggiamento» fa ancora discutere. Dopo le dichiarazioni di sostegno al parroco da parte del Comitato per la rinascita di Torre Vanga e da parte del sindaco Alessandro Andreatta che ha assicurato il suo impegno per risolvere la situazione, ora interviene anche l’associazione Guide ed accompagnatori turistici del Trentino.

«La decisione di don Andrea Decarli - si legge nella nota inviata sia alla stampa che al sindaco Andreatta - di chiudere la chiesa da mezzogiorno in poi, non può che suscitare molta preoccupazione anche da parte delle guide turistiche del Trentino che giornalmente accompagnano i turisti in visita al tempio che rappresenta uno dei luoghi più significativi del Concilio Tridentino».

La notizia della decisione del parroco di chiudere anticipatamente la basilica, che in precedenza rimaneva aperta fino alle 17, era stata comunicata con un cartello affisso al portone della chiesa, che aveva creato scalpore in città. Da una parte il Comitato per la Rinascita di Torre Vanga ha dichiarato che «finalmente anche il parroco ha preso atto del problema del degrado e della microcriminalità» come da anni denunciano i residenti nella zona tra piazza Santa Maria Maggiore, via Cavour, via Prepositura, via Pozzo e piazza Da Vinci. Dall’altra anche il sindaco Andreatta si era detto preoccupato di questa decisione, perché interessa un monumento come Santa Maria Maggiore che rappresenta uno dei simboli della città. Anche l’Associazione Guide ed accompagnatori turistici scrive che «non può fare a meno di rivolgere un pressante invito all’amministrazione comunale affinché trovi una soluzione al problema e provveda quanto prima a rimuovere le cause che sono alla base di una decisione che non è azzardato definire “allarmante”». La nota firmata dalla presidente dell’Associazione Antonina Filosa sottolinea che la chiesa è un luogo di preghiera, dove ogni fedele dovrebbe sentirsi sicuro. Ma non dimenticato, continua Filosa, che è «un importantissimo luogo storico e di fede da considerare come uno straordinario bene architettonico e monumentale, tanto da potersi fregiare del titolo di basilica. Va aggiunto che al suo interno sono conservate opere d’arte di straordinaria importanza. Si comprenderà l’imbarazzo e la difficoltà in cui si vengono a trovare le nostre guide nel riferire ai nostri gruppi di turistici che la basilica, giustamente pubblicizzata come uno dei della città da vedere e da scoprire, non possa essere di fatto visitata per ragioni di sicurezza. In un percorso tematico sul Concilio di Trento non possono davvero mancare due luoghi cardine del Concilio quali il Duomo e la chiesa di Santa Maria Maggiore».

Antonina Filosa offre la collaborazione per trovare una soluzione. Afferma che da parte sua non ha mai avuto esperienza di situazioni di pericolo. «Quando facciamo la visita - spiega - siamo in gruppi numerosi, quindi è difficile che entrino in azione ladri e danneggiatori. Chiudere la chiesa di Santa Maria Maggiore è un grave danno di immagine e dover spiegare ai turisti che non si può entrare per ragioni di sicurezza non è una bella pubblicità». La speranza è una soluzione rapida, con l’apporto di tutti i soggetti coinvolti. (sa.m.)













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