bypass ferroviario

Ruspe e camion nel terreno contaminato: scontro con Rfi

Dopo la denuncia presentata in Procura da Tim srl arriva la risposta di Rete ferroviaria: solo monitoraggi per il soil gas. Ma intanto spuntano altri video e foto


Andrea Tomasi


TRENTO. Da una parte la denuncia in Procura sullo scavo effettuato nell’area Carbochimica, in pieno Sin (Sito di interesse nazionale) che non dovrebbe essere toccato. Dall’altra Rete ferroviaria italiana (Rfi) che là vicino, tramite il Consorzio Tridentum, opera nel cantiere per la realizzazione del contestatissimo bypass ferroviario e che dice: «Nel Sin solo attività propedeutiche». In mezzo i comitati cittadini che - dopo l’avvio dell’indagine per disastro ambientale (sul registro degli indagati c’è il nome dell’ingegnere Damiano Beschin, responsabile del progetto) e dopo la scoperta del materiale movimentato nell’area ex Carbochimica (si parla di 300 metri quadrati nel Sin, nella proprietà della società Tim srl) - mostrano un nuovo video con una ruspa che, lungo i binari, carica materiale in un container delle Ferrovie.

Cantiere fuori controllo
«In quel cantiere ormai siamo al controllo zero» commenta Elio Bonfanti dei No Tav. «Quanto alla denuncia fatta da Michele Albertini della Tim srl circa lo scavo in area Carbochimica, mi colpiscono le parole di Monica De Rossi dell’Appa (Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente) che ha dichiarato di non avere informazioni su queste attività. Andiamo bene... Se l’Appa dice di non saperne niente noi cittadini siamo sempre più tranquilli».

Carbochimica, parla Rfi
Ieri, a seguito della pubblicazione di alcuni stralci della denuncia (in realtà contro ignoti) fatta dalla Tim srl circa lo scavo e l’eliminazione di terra e piante dall’area Carbochimica, Rete ferroviaria italiana ha inviato un comunicato di risposta. «Nessuno scavo nelle aree dell’ex Carbochimica - si legge - ma solo attività propedeutica in vista di ulteriori sondaggi. Rfi e Italferr stanno portando avanti delle attività propedeutiche alla realizzazione dei monitoraggi di soil gas, come previsto dal Piano di indagini prescritto dal Ministero e condiviso con tutti gli enti preposti. Le attività in questione non hanno comportato scavi o movimentazione di terreno ma solamente l’estirpazione puntuale di vegetazione e sfalcio di erba. Le modeste quantità di materiale superficiale movimentato non sono mai state allontanate dal sito e le piante rimosse sono depositate all’interno delle stesse aree. Nelle aree oggetto di sfalcio, secondo il calendario condiviso con Appa, nel mese di agosto sono previste le attività di misurazione di soil gas, che verranno effettuate in ambiente controllato, isolato e protetto. Questi lavori propedeutici sono stati avviati anche a seguito del giudizio favorevole fornito dal Tar e dal Consiglio di Stato, che hanno ritenuto necessaria l’esecuzione delle attività funzionali alla valutazione dei rischi per salute e sicurezza di lavoratori e popolazione residente».

Ma Albertini non ci sta
Una risposta e “ricostruzione dei fatti” che non viene condivisa da Michele Albertini della Tim srl, autore della denuncia presentata in Procura a Trento. Albertini - nel documento, con allegate fotografie, ha scritto che nella porzione di area contaminata è stata «rimossa la vegetazione e movimentato del terreno. Questa attività ha riguardato un’area esterna a quelle in occupazione da parte della Provincia autonoma di Trento, quindi al di fuori delle aree appositamente delimitate con recinzione».

Il terreno movimentato
Interpellato ieri sulla questione Albertini - che si dice danneggiato da questa operazione di scavo - risponde così: «Confermiamo di aver presentato querela contro ignoti per attività non preventivamente comunicate e che non ricadono nell’ambito delle attività autorizzate. Gli stessi incaricati di Rfi che stavano operando sul posto hanno dichiarato come non fossero attività previste. Rimane oscura la motivazione dell’azione di movimentazione del terreno, avvenuta in ogni caso senza preavviso. Il timore sono le evidenti possibili conseguenze per gli esiti delle verifiche in corso».

La sicurezza dei residenti
Insomma la sua linea non cambia. Ribadisce che il terreno è stato movimentato - e qui scatta la preoccupazione dei comitati cittadini che chiedono lo stop del cantiere e garanzie per la salute pubblica - e che, nel caso si fosse trattato di un intervento per il soil gas la legge prevede come obbligatoria la presenza dei proprietari.

Geat: «Fatto gravissimo»
Su questa vicenda raccogliamo anche il parere dell’ingegner Claudio Geat, presidente della Circoscrizione Centro Storico - Piedicastello, che nei giorni scorsi si è reso protagonista di un pedinamento: ha inseguito un camion a pieno carico che, uscito dal perimetro del cantiere, è andato a Lavis, fino all'area Ospli. «Trovo gravissimo - dice Geat - quanto accaduto nel terreno dell’ex Carbochimica. Questo mi convince sempre più che, anche per capire che costa sta accadendo (e qui di cose strane, fuori controllo ne stanno accadendo parecchie), si dovrebbe fermare il cantiere. A bocce ferme, vista anche l’inchiesta della Procura e in nome della tutela della salute dei cittadini, si può ragionare e prendere la decisione migliore per la città».

Ruspe nell’area intoccabile
E le ragioni della movimentazione del terreno in area Sin quali possono essere state? Rfi ha dichiarato che si tratta di un normale monitoraggio, legato al controllo del soil gas. «Non c'è trasparenza - dice Geat -. Non voglio ergermi a giudice o inquirente. Evidenzio però che il materiale rimosso (terra, tronchi e piante) venendo da un’area contaminata è contaminato». Gli ultimi episodi e le reazioni dei comitati cittadini, ma anche di Rfi, del Comune e della Provincia danno il quadro della situazione sul piano sociale, economico e politico: il sindaco Franco Ianeselli e il governatore Maurizio Fugatti, dopo l’apertura dell’inchiesta, hanno espresso sostegno a Rfi e subito ribadito la necessità di andare avanti con l’opera (14 km di tracciato per i treni merci, di cui 12 in galleria da nord a sud del capoluogo, per un miliardo e 178 milioni) .

Mezzi al lavoro di notte
Intanto ieri Renata Attolini (consigliera circoscrizionale di Sinistra e Libertà) su Facebook ha postato un video per dimostrare che nel cantiere di Trento Nord ci sono mezzi in movimento anche di notte. «Abito a ridosso della ex Sloi e del cantiere da poco avviato e oggetto di sequestro da parte della magistratura. Di abitudine vado a letto tardi. Ieri notte un rumore di sottofondo mi incuriosisce; il cantiere è al lavoro. Questa mattina invece tutto tace. Trasparenza?»













Scuola & Ricerca

In primo piano